L’imposta municipale IMU deve essere corrisposta solo in alcuni casi. I soggetti che si separano e divorziano devono pagarla?
La tassa municipale sulla proprietà, altresì detta IMU, è l’imposta che è andata a sostituire la vecchia ICI. In tempi più recenti anche la Tasi è stata inglobata dall’IMU, che deve essere corrisposta, per i soggetti obbligati a farlo, due volte l’anno, generalmente a dicembre ed a giugno, intorno a metà mese. Tuttavia è bene ricordare che dall’IMU sono esentate alcune categorie di proprietari. Nello specifico coloro che dell’immobile facciano residenza, e che esso sia prima casa. Ad eccezione delle case assegnate dal catasto come di lusso. Per loro non c’è possibilità di esenzione.
Fino ad un paio di anni fa, una coppia di coniugi con più di una casa di proprietà, potevano intestarsi ognuno una delle due case, richiedendo così l’esenzione per entrambe. Ma il trucchetto è durato poco. Dal 2022 i componenti di un nucleo familiare non possono richedere esenzione IMU per due immobili diversi, devono entrambi sceglierne uno solo.
IMU, cosa succede in caso di divorzio
Nel caso in cui la casa di residenza del nucleo familiare sia soggetta ad IMU, ad esempio se immobile di lusso o se l’esenzione è richiesta su un’altra casa, entrambi i coniugi sono obbligati in parti uguali a corrisponderne le spese, compresa l’imposta IMU. E cosa accade nel caso in cui la coppia divorzi, e l’immobile rimane comunque cointestato anche al coniuge che va via e non ha più alcun diritto sulla casa?
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La legge è piuttosto precisa in questo. Quando uno dei due coniugi lascia, in seguito alle pratiche di divorzio o di separazione la casa di famiglia, egli non è più considerato parte del nucleo familiare. Di conseguenza, la casa perde lo status di abitazione principale, perché essa, ai fini IMU, è considerata come “la casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli, a seguito di provvedimento del giudice che costituisce altresì ai soli fini dell’applicazione dell’imposta, il diritto di abitazione in capo al genitore affidatario stesso”.
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Dunque il versamento dell’imposta spetta solo alla persona che effettivamente occupa l’appartamento, e di cui ne possiede i diritti. E potrà di conseguenza chiedere, per un altro appartamento di proprietà in cui andrà a vivere, l’esenzione, autonomamente dal resto dell’ex nucleo familiare.