Nell’ultimo mese dell’anno, importi più sostanziosi per i lavoratori dipendenti grazie a questi appuntamenti fiscali. Ecco quali
Nei mesi di ottobre e novembre, le pensioni sono state investite da una sequela di novità fiscali estremamente interessanti sotto il profilo economico, dato anche il difficile momento storico. Molti di questi cambiamenti sopraggiunti e annunciati con gli ultimi decreti approvati dal precedente governo Draghi hanno riguardato anche i lavoratori, dipendenti e autonomi, nonché vari percettori di indennità.
Con riferimento a determinate soglie di reddito sono approdate nelle buste paga, a partire dal mese di giugno, il bonus 200 euro, a sostegno delle spese per i costi delle bollette energetiche, seguito nel mese di ottobre dal varo della nuova una tantum bonus 150 euro, per la quale la destinazione ha riguardato non più i redditi annui fino a 35 mila euro (come per il primo bonus) bensì i 20 mila euro.
La rivalutazione anticipata degli indici ISTAT ha fatto il resto per quanto riguarda l’incremento degli importi, tanto per le pensioni quanto per gli stipendi che vedono un incremento – ad aliquote variabile – del 2 per cento, integrate – per decisione già presa da parte del MEF – di un ulteriore 8 per cento a gennaio prossimo. Gli stipendi, nello specifico, saranno rafforzati altresì dagli accordi appena firmati per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro (soprattutto per quanto riguarda il settore pubblico).
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A dicembre, in particolare, la decontribuzione ottenuta con il favorevole adeguamento ISTAT, toccherà in particolare la tredicesima, arricchita dei arretrati da luglio a settembre per i cedolini dei redditi fino ai 35 mila euro annui (anno 2021). Si parla – ad esempio – di circa 72 euro su uno stipendio da 1.200 euro mensili, più tre mesi di arretrati di luglio, agosto e settembre, e ancora – per questa casistica – il bonus una tantum di 150 euro per il mese di novembre.
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Così a salire. Nello stesso mese di dicembre si avrà anche la detassazione dei benefit aziendali, portando gli attuali 600 euro ai 3 mila euro, con la possibilità, data dal governo, di erogare premi ai dipendenti fino a 3.000 euro l’anno totalmente esentasse. E infine, gli ulteriori aumenti equivalenti a 2.100 euro, ottenuti grazie ai rinnovi dei CCNL: ma per il momento, riguardano soltanto i lavoratori della scuola.