Non soltanto i prezzi e il costo della vita sono in permanente aumento; anche le gestioni dei conti sono sempre meno economiche. Cosa succede
L’aumento dei prezzi che si palesa nei supermercati e nei negozi ha, nella attuale crisi energetica, la causa scatenante. Ma non certo l’unica. Il declino che ha progressivamente attraversato l’Europa è iniziato con il rialzo del costo sui listini del greggio rivelando ben presto l’azione speculativa dei mercati. La stessa che indubbiamente governa il drammatico aumenti delle bollette di gas e luce.
La componente ufficialmente riconosciuta ha un nome e un volto: l’inflazione. Sorta come il fattore di crescita rappresentativa la ripresa post Covid, la sua evoluzione trasformatasi in una corsa galoppante a due cifre ha centrato negativamente anche i progetti più concreti delle generazioni più giovani e non solo: come il progetto di acquisto di una casa, oggi certamente più ostico rispetto – soltanto – a quattro mesi.
Conto corrente, brutta sorpresa per i pensionati: cosa sta succedendo
Il rialzo sul fronte economico è stato lanciato dalla Banca Centrale Europea, la quale ha ritoccato per eccesso – come era d’altronde prevedibile già dalla scorsa primavera – gli indici dei tassi di interesse. Pertanto gli aumenti percentuali sono approdati e condizionano tutt’ora le richieste dei mutui, le variabili di risparmio sui depositi e il costo del denaro. Senza escludere le spese di gestione sui conti correnti.
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I pensionati, in particolare quelli percepenti ratei pensionistici verso i minimi, rappresentano i soggetti tra coloro che più pagano gli effetti della crisi. Pertanto diventa sempre meno tollerabile mantenere una giacenza nel deposito. Infatti, pur resistendo il paragone di convenienza dei conti on line, in generale è oggi più caro tenere i risparmi sui conti tradizionali.
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Il cosiddetto Indicatore dei Costi Complessivi (ICC) ha registrato in un anno un incremento dall’8 al 34 per cento, tradotto economicamente, fra i 27 e i 152 euro. Ciò, al netto delle spese di tenuta delle carte di debito e credito accessorie e dei costi sulle singole operazioni. Per questo, molti pensionati hanno trasferito i loro risparmi nei conti su internet. In alternativa, hanno ritrovato lustro i conti depositi, la cui limitata operatività è compensata dai favorevoli tassi di rendimento: fino al 129 per cento in dodici mesi; e una redditività passata dall’1,75 al 4 per cento.