Ecco i passi burocratici da seguire per regolarizzare la persona che accudirà il familiare in difficoltà. Come procedere
La cosiddetta flessibilità nel lavoro – anche nei casi migliori – non si concilia mai abbastanza con la dimensione esistenziale dei progetti di vita. Le ricadute maggiori, naturalmente, si manifestano nell’ambito del nucleo familiare, in presenza di uno i più figli da crescere. Cala il tempo da dedicare all’educazione, ma i termini del dibattito pubblico restano ancorati alle sole spese da sostenere.
In seno alle proprie vicissitudini, albergano altresì le vicende legate all’altra famiglia, quella di provenienza: al o ai genitori del lavoratore. Con l’avanzare dell’età si assiste alla progressiva diminuzione dell’autosufficienza, così come la mobilità motoria. In caso di una disabilità grave, anche il figlio può godere di congedi retribuiti per assistere e fornire cure al proprio caso. Ma in mancanza della condizione di partenza, assentarsi è pressoché impossibile e occorre dunque ricorrere all’unica alternativa possibile: assumere una badante.
Più che una facoltà, è una necessità che piomba su tutti, a prescindere dalle disponibilità economiche; proprio per questo, talvolta, correndo i rischi del caso, si sceglie una persona, spesso straniera, assumendola “a nero”, per evitare il pagamento dei contributi, nonché dei giorni di malattia, ferie e permessi non goduti, compresa la loro programmazione.
Per necessità, nella maggior parte dei casi, la signora che accudirà il familiare non autosufficiente per diverse ore al giorno, e per il quale baderà all’alimentazione e alla sua igiene, accetta senza riserve dopo essersi accordata verbalmente sull’aspetto economico. Ma per il datore di lavoro, si tratta di un’illegalità che si paga con una sanzione variabile da 200 a 500 euro per l’omessa comunicazione all’INPS e con una multa per il mancato versamento dei contributi, a partire da 3 mila euro.
La regolarizzazione prevede intanto la consegna di una copia dei documenti al datore di lavoro: documento d’identità (o permesso di soggiorno valido), codice fiscale, la documentazione assicurativa e previdenziale, oltre ad eventuali titoli d’istruzione o professionali. L’accordo tra le parti deve rispettare alcuni requisiti essenziali, come stabilito dal CCNL: la definizione dell’orario di lavoro, la retribuzione, le condizioni di vitto e alloggio presso il luogo di lavoro, le ferie.
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Ciò va poi comunicato, anche soltanto 24 ore prima dall’inizio del rapporto di lavoro, all’INPS (on line o telefonicamente, al numero 803 164). La comunicazione avvia tutti gli obblighi a carico del datore di lavoro, come il versamento dei contributi INPS trimestrali entro i primi 10 giorni di aprile, luglio, ottobre e gennaio; quando il rapporto cessa, il versamento dei contributi dell’ultimo trimestre entro 10 giorni dall’ultimo giorno di lavoro o di preavviso.
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Se la badante è straniera, extra-UE in particolare, occorre fare attenzione alle quote di entrate in Italia stabilite dal Decreto Flussi e pubblicate sull Gazzetta Ufficiale. Il datore può richiedere on line il permesso di soggiorno presso lo Sportello Unico per l’immigrazione del Ministero dell’Interno; si impegna altresì a pagare le spese di viaggio del lavoratore nel paese di provenienza e garantire un alloggio adeguato. Il nulla osta è valido 6 mesi. All’arrivo, la badante ha 8 giorni di tempo per firmare il contratto presso lo Sportello Unico e per inviare la richiesta del permesso di soggiorno alla Questura.