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Busta paga, addio alle detrazioni | Partiranno solo da questa fascia

In discussione una riduzione delle detrazioni Irpef in busta paga, ecco chi sarà coinvolto da questa riforma

Busta paga (Foto Unsplash)

Il nuovo governo è alle prese con le pesanti conseguenze della crisi economica caratterizzata da un sostanziale aumento dei prezzi al consumo (in particolare le materie energetiche) e una crescita del Pil molto limitata. Vi è quindi per l’esecutivo la necessità di ridurre le spese per finanziare alcune proposte avanzate in campagna elettorale e che fanno parte del programma di centrodestra.

Tra l’altro per le riforme si parla di flat tax agli autonomi fino a 85 mila euro e forse flat tax incrementale per i dipendenti, l’introduzione del quoziente familiare (meno tasse per i nuclei familiari più numerosi, con il calcolo del reddito su tutta la famiglia), riduzione dell’Iva su alcuni beni di prima necessità.

Tagli alle detrazioni in busta paga, quali i redditi interessati

Busta paga (Foto Unsplash)

Già il precedente governo aveva iniziato a limitare le possibili detrazioni in busta paga per le fasce di reddito più elevate. Infatti a partire dal 120 mila euro, i tagli erano previsti in diminuzione per scomparire del tutto oltre i 240 mila euro. La proposta attuale è di mantenere la detrazione completa fino ai 60 mila euro, limitarla per i redditi tra 60 e 120 mila euro, azzerarla del tutto oltre i 120 mila.

Già oggi alcune detrazioni sono state ridotte per i redditi più elevati in particolare quelle per le spese assicurative, per lo sport dei figli, per le spese funebri, per lgli affitti fuori sede, per l’intermediazione immobiliare. Queste riduzioni insieme ai preventivati tagli al reddito di cittadinanza e alla contrazione dei bonus serviranno per finanziare altre misure.

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Si parla infatti insistentemente di contrazione del cuneo fiscale per i redditi medio bassi, che dovrebbe portare un incremento in busta paga per le fasce più deboli ed esposte alla pressione dell’inflazione con incrementi dai 38 agli 89 euro al mese a seconda della fascia di retribuzione (comunque non oltre i redditi di 35 mila euro annui).

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La discussione quindi è ancora all’inizio, ma dovrà concludersi entro dicembre con l’approvazione della legge di bilancio per il 2023 che si preannuncia comunque complicata per la necessità di contenere le spese e mantenere almeno parzialmente alcune delle promesse fatte durante la passata campagna elettorale.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano