Ci sono alcuni requisiti fondamentali che un testamento olografico deve avere per essere valido: ecco quali
Quando una persona a noi cara viene a mancare sprofondiamo in uno stato d’animo di tristezza per la perdita che abbiamo avuto. Nello stesso tempo i parenti del defunto devono compiere tutta una serie di incombenze necessarie come l’organizzazione del funerale e la comunicazione di morte al Comune di residenza, all’INPS, alle poste o in banca.
Capita spesso, poi, che il defunto prima di lasciare questo mondo rediga un testamento scritto di suo pungo, ovvero olografo. Si tratta della forma testamentaria più utilizzata ed apprezzata dagli italiani e, per questo, anche la più controversa per quanto riguarda la sua validità. In questo articolo vediamo come provare la validità di un testamento olografico.
Ovviamente uno dei requisiti fondamentali della validità di questo tipo di documento è l’autografia della redazione del documento. In mancanza di questo tipo di adempimento il testamento è del tutto nullo. Questo significa che per essere valido questo tipo di testamento deve essere scritto a mano dall’interessato.
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Per dimostrare la validità del testamento olografo la Corte di Cassazione è intervenuta con una sentenza, la numero 24835 del 2022. Come affermano i giudici della Cassazione, gli eredi possono provare la validità legale del testamento olografo servendosi di modalità molto semplici: la redazione autografa del testatore, l’apposizione della data e la firma.
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Se queste tre condizioni formali sono rispettate allora il testamento olografo è valido. Ricordiamo, poi, che il codice civile prevede delle quote ereditarie riservate ai parenti più stretti del testatore. Questo significa che chi redige il testamento non può sottrarre ai suoi parenti più stretti una certa quota minima dell’eredità.
La Corte di Cassazione con un nuovo provvedimento ha infatti spiegato che il legame di parentela tra erede e testatore non rende la testimonianza del primo di per sé inattendibile. Nel 1974 la stessa Corte ha dichiarato incostituzionale l’articolo 247 c.p.c., che prevedeva il divieto per i parenti stretti di testimoniare. I giudici hanno chiarito che la testimonianza in materia ereditaria, anche dei parenti, costituisce un modo semplice e legittimo di cui gli eredi possono servirsi anche per quanto riguarda la validità legale del testamento olografo.