C’è un aspetto che spesso si trascura nel momento della riscossione, soprattutto quando l’importo è alto. Di cosa si sta parlando
Per molti pensionati alle prese con gli insostenibili aumenti delle bollette energetiche, la tornata concernente il ritiro del rateo mensile non è mai abbastanza vicino. Negli ultimi mesi, però, i percettori del trattamento hanno assistito all’introduzione di diverse misure a carattere previdenziale, a soccorso delle fasce più economicamente esposte alla crisi del potere di acquisto e dei prezzi.
Dal mese scorso di giugno, ha iniziato a veicolare sui cedolini il bonus 200 euro per sostenere le spese nel contesto dei redditi annui fino a 35 mila euro. Nonostante costituisca un’una tantum, tale aiuto economico deve giungere agli ultimi nominativi interessati ancora per il prossimo mese. Con molta probabilità gli stessi, insieme ai possessori dei redditi fino a 20 mila euro l’anno, percepiranno anche il seguente contributo da 150 euro, ultimo bonus decretato dal governo Draghi.
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La rete dei bonus si inserisce però nell’ampio contesto della rivalutazione anticipata degli importi pensionistici in base agli indici ISTAT. L’adeguamento, che dal primo trimestre del prossimo anno è stato spostato all’inizio dell’ultimo trimestre di quest’anno, ha consentito un incremento degli assegni pari al 2 per cento, sebbene con aliquote variabili sulle quote integrative: ciò ha significato circa 11 euro in più sulle pensioni minime al mese e 55 euro nei trattamenti due volte e mezzo il minimo.
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L’anticipo del provvedimento ha favorito un allentamento della morsa dell’inflazione sulle casse dell’INPS che dovranno provvedere ai pagamenti nei prossimi mesi. E dal gennaio 2023, è stato già accordato, l’ulteriore aumento per la perequazione pari all’8 per cento. Sebbene appaia un atto dovuto alla complicata situazione, come si vede, molte pensioni resteranno sotto il tetto dei mille euro al mese.
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Quest’ultima soglia rimane comunque significativa rispetto ad una considerazione: proprio in virtù delle norme antiriciclaggio, il limite inferiore ai mille euro evita al percettore di dover aprire un apposito conto corrente sul quale consentire l’accredito e, quindi, può recarsi senza problemi all’ufficio per ritirare nel giorno prestabiliti i suoi contanti. Oltre i mille euro, in realtà, gli impiegati postali non hanno l’obbligo di non consegnare i rispettivi ratei in mancanza di un IBAN. Come i primi, questi pensionati – e l’opzione di consegna della modulistica INPS lo dimostra – possono scegliere un’alternativa al conto: farsi accreditare l’importo su una carta prepagata o su un libretto postale.