Ecco quali conseguenze possono maturare con la prolungata inadempienza sulle bollette se il titolare dell’utenza è un pensionato. I dettagli
In continuità con le politiche di sostegno del governo Draghi, l’attuale esecutivo presieduto da Giorgia Meloni ha mantenuto l’articolato piano di sostegno alle famiglie e ai soggetti particolarmente esposti alla crisi. Oltre ad un percorso di proroghe, la cosiddetta Nadef (la Nota d’aggiornamento al documento di Economia e Finanza) segue l’ottica di un mix composto da erogazioni di bonus, la liberazione di risorse energetiche interne e un accordo finanziato per ritardare il distacco delle utenze.
Tale mappa concettuale impegnerà dunque il governo nei prossimi mesi, in particolare circa le modalità di finanziamento di tale progetto, che richiederanno sia un piano di indebitamento già prestabilito con un ammortizzamento entro il 2025, sia con risorse economiche da ricavare altrove. Oggetto di tale direzione è il Reddito di Cittadinanza e il suo generale piano di revisione.
Bollette, le pensioni sono oggetto di pignoramento?
Di fatto, il rischio di ritrovarsi al freddo per molti utenti alle porte dell’inverno è concreto, a causa delle bollette troppo onerose, che minano gli attuali e delicati equilibri dei bilanci familiari. In particolare, si vede con apprensione i pensionati in possesso di ridotte disponibilità economiche, i quali non saranno esentati dal piano di razionamento delle ore e dei giorni di riscaldamento emanato dalle ordinanze comunali (a meno che non siano degenti presso una struttura ospedaliera).
Il ritardo del distacco delle utenze di sei mesi voluto dal governo risponde proprio a questa necessità di tenere nel caldo (controllato secondo la legge, non oltre i 19 gradi di temperatura) delle loro case i più anziani. Ma molti di essi, colpiti dall’inflazione e dall’aumento generalizzato dei beni (anche essenziali) risultano inadempienti di fronte alle società erogatrici.
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Può l’inadempienza giungere al punto di causare il pignoramento della pensione? In effetti, il pignoramento è un rischio concreto e reale, ma non è detto che sia la pensione ad esserne coinvolta. Esso è preceduto da un’ingiunzione di pagamento, a cui non è seguito riscontro, e da un’ulteriore richiesta di pagamento inviata tramite raccomandata A/R, con la quale l’utente ha un’ulteriore possibilità di azzerare il debito entro 60 giorni.
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Per emettere il cosiddetto decreto ingiuntivo al persistere del debito, la società deve inoltrare la richiesta al Tribunale o Giudice di Pace, autore dell’emissione dell’atto. Sotto un debito di mille euro, il decreto ingiuntivo è alquanto improbabile; sopra tale soglia, le cose cambiano. Ma con il Decreto Aiuti bis, sono stata introdotte alcune “modifiche al limite di impignorabilità delle pensioni”: sotto i mille euro (anziché a 700 euro) le pensioni non si possono pignorare.