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Pensioni

Fondo pensione: cos’è e come funziona esattamente

Ecco in cosa consistono di fondi utili ad integrare il trattamento pensionistico del futuro e come il lavoratore può parteciparvi. I dettagli

Fondo pensione (Foto Adobe)

Molti lavoratori, che siano dipendenti o collaboratori, oppure liberi professionisti, ben lontani dalla soglia del congedo del lavorativo, si rivolgono ad un commercialista o ad un CAF per conoscere l’età e gli anni di contributi da raggiungere per ottenere, negli specifici casi, la pensione. Lo scopo non è solo quello di ponderare l’eventualità di anticipare il congedo ma anche quello di programmare le future entrate una volta entrati nel trattamento INPS. 

Nello specifico, si tratta di comprendere se le previsioni lascino intravedere una somma mensile tale da garantire una vita tranquilla, senza che intercorrano regolarmente vicissitudini economiche. Dato che sempre più spesso la pensione ottenibile sarà in una misura significativamente inferiore rispetto allo stipendio mensile, è quanto mai necessario riflettere sulla possibilità di contribuire ad una pensione integrativa mediante i fondi pensione.

Fondo pensione: come destinare la propria quota di stipendio

Fondo pensione (Foto Adobe)

A regolamentare la pensione integrativa vi è la previdenza complementare che rappresenta una sorta di sistema pensionistico parallelo, il quale affianca, integrandola, la previdenza obbligatoria o di base. Costituisce un sistema di forme pensionistiche utili alla tutela pensionistica mediante un risparmio di natura previdenziale. Per ottenere ciò il lavoratore può contare su un fondo pensione.

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Ve ne sono di quattro tipifondi chiusi, istituiti fondamentalmente dalle aziende in base alla contrattazione nazionale; fondi aperti, attivati da banche, imprese di assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM); i Piani pensionistici individuali (PIP), ovverosia contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale, simili peculiarmente alle consuete forme pensionistiche complementari; i fondi pensione preesistenti, ovvero quei fondi già in funzione al 15 novembre 1992, sottoscritti da rapporti aziendali o interaziendali.

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L’iscrizione ad essi è richiedibili da tutti questi lavoratori: dipendenti, privati e pubblici; soci lavoratori e dipendenti di società cooperative; autonomi e liberi professionisti; casalinghe; lavoratori con contratti a progetto od occasionale. Il lavoratore si incarica di integrare il proprio Fondo; nell’ambito del lavoro dipendente, una parte del finanziamento spetta al datore di lavoro. Il lavoratore dipendente può decidere o meno se impegnare anche il proprio TFR nella forma complementare di pensione prescelta.

Pubblicato da
Roberto Alciati