Il superbonus per il prossimo anno potrebbe cambiare, sia in quanto importi che destinatari. Cosa prevede il Governo Meloni
Il nuovo Governo appena insediatosi sembra voler dare da subito l’impressione di una virata repentina. Sta riportando sul piatto della discussione parlamentare tutta una serie di misure che negli scorsi anni sono state molto popolari in Italia. Dal reddito di cittadinanza al Superbonus. Si ricorda che quest’ultimo non è stato privo di critiche: difatti le iniziali regole, probabilmente troppo lasche, hanno consentito ad alcune ditte di infilarsi nel pertugio del vuoto normativo, richiedere il denaro e poi non portare avanti i lavori.
Poi c’è stato il problema del blocco della cessione dei crediti. Le banche non acquisivano più il credito fiscale del 110 per cento, e di conseguenza non erogavano più denaro ai richiedenti. Le ditte si sono trovate sull’orlo del fallimento ed il rischio era che i condomini non portassero a termine i lavori iniziati. Tutte queste problematiche sono state incorniciate dal grande successo del Superbonus 110%. Difatti già all’inizio dell’anno erano stati impegnati fondi superiori a quelli stanziati.
Per ora sono dichiarazioni di intenzione. Nulla è stato scritto. Il Governo Meloni si appresta ad apportare delle modifiche alla misura. La quota di rimborso del 110% scende al 90 per cento, il 20 per cento in meno. Il che lo rende meno appetibile per le cessioni del credito a banche e ditte. Altra novità fondamentale è l’inclusione delle villette unifamiliari nel bonus, con la stessa misura dei condomini, pari al 90%. La condizione è che debbano essere utilizzate come prima casa, e che i propietari posseggano il reddito entro una certa soglia, che ancora non è stata fissata.
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E così cambia radicalmente il Superbonus. Non tanto per il 20% in meno, ma piuttosto perché si parla di effettuare i lavori di efficientamento non più a costo zero, anzi, con un rimborso da “regalare” a chi acquisiva il credito, ma investendo del denaro dei condomini. Questo potrebbe portare le richieste al ribasso, e dunque anche l’efficientamento dei palazzi, necessario in molti posti d’Italia. Rimane comunque il bonus fiscale del 90 per cento.