Per rendere effettiva e regolare la chiamata per il servizio di assistenza alla persona basta questa comunicazione. I dettagli
Non è difficile notare quanto sia difficile conciliare vita sociale e lavoro. E per la cosiddetta vita sociale occorre includere la componente familiare, le necessità e le vicissitudini delle priorità esistenziali. Certo, non si può ignorare che il fattore esistenziale dia forma alla dimensione del lavoro e viceversa, a maggior ragione quando il contesto in cui il mondo del lavoro si manifesta sia tutt’altro che facile da comprendere e prevedere.
Nel contesto del lavoro, appunto, la complessità delle istanze fluttua dall’accesso al mondo del lavoro stesso (specialmente per le nuove generazioni) alla fuoriuscita per il collocamento a riposo o meno. Senza dimenticare la collateralità delle vicende familiari: se non coinvolto direttamente (nella propria persona, s’intende), può essere impegnato nella disabilità di una persona cara o comunque con uno o più familiari bisognosi di cure.
Assumere una badante, è sufficiente comunicarlo all’INPS
Non sempre un soggetto interessato all’assistenza del proprio caro può beneficiare dei diritti di un “caregiver”, ossia con permessi e congedi, programmati e remunerati. La legge 104 prevede tutto questo nel caso sia presente un caso di disabilità in famiglia. Proprio nella maggior parte dei casi, invece, si tratta di stare vicino a genitori – ad esempio – in età avanzata che stanno gradualmente perdendo la loro autosufficienza.
Riguardo a quest’ultima spiacevole istanza, in effetti, non ci sono molte soluzioni da mettere in atto, compatibili al contempo con le pressanti esigenze lavorative. Non rimane altro che valutare l’assunzione di una badante, la quale può prendersi cura della persona, assisterla per molte ore della giornata e accudirla dal punto di vista dell’alimentazione e dell’igiene.
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Talvolta, per una questione economica insostenibile, si provvede a reclutare delle signore – spesso straniere – senza una regolare assunzione, stipendiandole “a nero” per non affrontare le spese dei contributi previdenziali e la programmazione di ferie, permessi e giorni di malattia. Nei confronti del datore di lavoro, questa pratica è un reato punibile con una sanzione da 200 a 500 euro per l’omessa comunicazione all’INPS; a partire dal 3 mila euro per il mancato versamento dei contributi.
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La pratica legale e regolare (valida anche per colf e baby sitter) è invero piuttosto semplice: si raccolgono i documenti del lavoratore; si fa un accordo verbale e si stabiliscono le condizioni contrattuali; si stipula il contratto e si comunica l’assunzione agli organi competenti (appunto). Quest’ultima si può comunicare anche soltanto 24 ore prima della chiamata in servizio: è sufficiente una comunicazione telefonica all’INPS, al numero verde 803.164. La stessa avrà validità nei confronti del Ministero del lavoro, INAIL e della Prefettura.