Arrivano i chiarimenti dal governo su come si presenterà il nuovo Reddito di Cittadinanza a partire dal suo mantenimento. I dettagli
Per dare continuità con la linea di supporto per sostenere gli aumenti da parte delle famiglie in difficoltà, il governo dovrà fare in fretta. In fretta di colmare la pressione sullo casse dello Stato, in particolare, sulle casse dell’INPS. A questo è servita la recente pubblicazione della cosiddetta NADEF, la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza.
Si procederà ad un indebitamento netto per 30 miliardi di euro, a titolo delle risorse che saranno immediatamente destinate al sostegno del caro energia; è previsto che la percentuale del deficit sarà ammortizzata entro il 2025, grazie anche ad un extragettito da 9 miliardi e mezzo, messo a disposizione sin dalla fine di quest’anno. A tutto ciò si andrà ad aggiungere il recupero di altri fondi agendo sui supporti economici già esistenti.
Tagli e non più a vita: il nuovo RdC avrà questa durata
Come è stato preannunciato in campagna elettorale, il governo presieduto da Giorgia Meloni si appresta ad una significativa revisione del Reddito di Cittadinanza. Non c’è dubbio che si tratta di una misura niente affatto inconsistente dal punto di vista economico; ad ogni modo, costituisce un segno permanente della presenza istituzionale nella partecipazione alle difficoltà delle fasce più deboli.
LEGGI ANCHE: Cartelle esattoriali, si va verso l’annullamento di questi debiti
I segnali non lasciano sospettare una sua abolizione. Tutt’altro, ma gli annunci su una sua sostanziale modifica si fanno più forti, e i primi cambiamenti riguardano i requisiti di accesso e di mantenimento dell’assegno. Sarà dunque impostato come un percorso ad esaurimento. Si porta dal numero di tre ad uno, i rifiuti alle offerte professionali dei Centri per l’Impiego, con conseguente perdita del riconoscimento.
LEGGI ANCHE: Canone Rai: se guardi così i canali non dovrai più pagare
Sul modello della NASPI, si sta pensando ad un dÉcalage dopo i primi 18 mesi di Reddito, per cui si potrà percepire il sostegno per due anni e mezzo al massimo: se l’interessato non ha trovato lavoro dopo 18 mesi dall’inizio dell’erogazione, subentra la sospensione del Reddito e viene attivato un percorso di politiche attive del lavoro (con percorsi di formazione) della durata di sei mesi. Dopo il primo anno e mezzo, il taglio del RdC è pari al 25 per cento e il pagamento proseguirà per i soli dodici mesi successivi.