Molti pensionati decidono di riprendere a lavorare: ma attenzione l’assegno pensionistico sarà sospeso in un caso
La pensione è sicuramente uno dei traguardi più ambiti per tutte le persone che dopo decenni di duro lavoro possono avere il meritato riposo. Essere pensionati significa avere anche tanto tempo a disposizione: ore libere che possono essere riempite con hobby, svaghi, o da trascorrere con i propri nipoti.
Non a tutti, però, piace tutto questo tempo libero, soprattutto non piace avere tante ore a disposizione a coloro che sono stati e sono tutt’ora molto attive. Queste persone rimpiangono infatti gli anni lavorativi e preferirebbero lavorare piuttosto che essere pensionati. Ebbene lavorare dopo la pensione è possibile.
Pensione e ritorno al lavoro: in questo caso sarà sospesa
Dopo essere andati in pensione si può tornare tranquillamente a lavorare: una volta pagato il primo assegno di pensione si è liberi di scegliere se riprendere o meno a lavorare e si riprende il versamento dei contributi all’INPS. Questa possibilità è stata introdotta nel 2009: dal mese di gennaio di quell’anno p stato deciso che non esiste alcun vincolo per il cumulo della pensione con i redditi derivanti da attività lavorativa.
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Questa legge, però, vale solamente per i trattamenti previdenziali diretti, quali la pensione di vecchiaia e quella anticipata o di anzianità. Se si va in pensione con il sistema contributivo prima dei 63 anni perde il diritto all’assegno previdenziale nel caso in cui inizi a lavorare come dipendente. Il diritto all’assegno si perde del 50% se inizia un’attività lavorativa da autonomo.
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Chi è andato in pensione anticipata non può lavorare nel tempo che lo separa dal raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata. Si tratta di coloro che sono usciti dal mondo del lavoro con Quota 100 e Quota 102: queste persone possono uscire dal mondo del lavoro e svolgere solo prestazioni occasionali nel limite di 5mila euro all’anno.
Se si è beneficiari di pensione di invalidità, questa viene sospesa per intero per coloro che hanno un reddito derivante da attività lavorativa che supera di tre volte l’ammontare della pensione minima, quindi superiore ai 1.573,05 euro. Per chi lavora ma ha un reddito come lavoratore dipendente inferiore al suddetto limite si applica una trattenuta del 50% e del 30% per i lavoratori autonomi.