La questione pensione è subito entrata nei primi argomenti da risolvere per il nuovo Governo. Ma conviene ottenerla prima di 67 anni?
Giorgia Meloni, ha da poco preso i pieni poteri per condurre l’Italia ad un risollevamento politico, ma soprattutto economico, che faccia uscire il Paese da questa pericolosa inflazione per poi non rischiare una dannosa rescissione. Ma come? Serve giustamente l’aiuto dei suoi colleghi piazzati nei vari organi che dovranno gestire i vari problemi.
Tra i tanti, c’è quello relativo ai bonus ma soprattutto alla gestione delle pensioni. Durante la campagna elettorale, i vari partiti promettevano riforme, ma il tempo passa. Quindi se non ci saranno i dovuti cambiamenti, nel mese di gennaio 2023, tornerà la tanto criticata Legge Fornero.
La proposta della “Pensione flessibile”
I vari sindacati, lottano per un ottenimento della pensione, che superi i 67 anni per averla. Anche la neo-ministra Marina Calderone ha ufficialmente detto, che affronterà questo importante tema senza tirarsi indietro. Ma mancano proposte offerte al Quirinale, quindi se entro la fine dell’anno non ci saranno cambiamenti, tornerà la legge Fornero.
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Ecco che tra le proposte ci sarebbe quella chiamata Quota 100 o 102 “flessibile”. In cosa consiste? Si otterrebbe la pensione nell’età tra i 61 e i 66 ani con 35 anni di contributi versati. Questa proposta è molto seguita dalla Lega, con Salvini in prima fila, che sarebbe d’accordo nel prelevare i soldi, dal Reddito di Cittadinanza.
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Tra le altre ci sono ancora la quota 102, che fu piazzata dall’ex Governo Draghi. Prevede la possibilità del pensionamento anticipato con almeno 64 anni d’età e 38 di contributi. Senza dimenticare Opzione Donna, in cui permette di andare in pensione alle lavoratrici con 58 anni d’età (59 le autonome) e 35 anni di contributi raggiunti nel 2021.
Ma cosa bisogna fare per evitare la legge Fornero? Ci sono ancora diverse soluzioni, come la quota 41, oppure Opzione Uomo. La quota 41 è anche appoggiata dai diversi sindacati che chiedono l’uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età o da 62 anni. Ma per portarla avanti, costerebbe circa 5 miliardi di euro allo Stato.
L’Opzione Uomo invece, è simile a Opzione Donna, prevede una stabilizzazione che riduce in media gli assegni del 20-25%. in particolare Opzione Uomo avrebbe una soglia di età più alta, tra i 60-62 anni. Si attendono adesso le risposte del Governo, prima che finisca l’anno e che le tanto attese promesse non vengano mantenute.