A partire da quest’ ultimo trimestre le pensioni verranno trasmesse ai superstiti in base ad alcuni cambiamenti appena apportati. Ecco quali
Finché non si finisce per vivere in prima persona l’accaduto, un lutto traina con sé diverse dinamiche, tra le quali – nell’immaginario comune – quelle relative al testamento. Se ci sono beni immobiliari e beni mobili, l’apertura delle volontà del defunto da parte di un notaio è indispensabile per evitare una querelle tra parenti più o meno stretti. Di certo, la legge semplifica la distribuzione dei beni all’interno del nucleo familiare rispettando la linea diretta dei successori.
Non emerge soltanto la questione degli eredi. Infatti, sempre nell’ambito familiare, la norma riconosce un ulteriore diritto: se il deceduto era un pensionato, allora i suoi familiari beneficiano di una quota, denominata pensione di reversibilità. Rispettando la linea diretta col defunto, una parte della pensione viene assegnata, con percentuali variabili, innanzitutto alla moglie ed estesa a figli, o in assenza di entrambi, a sorelle, fratelli e – nel caso – a genitori.
La composizione familiare può essere data dalla sola vedova, oppure congiunta con uno o più figli, oppure soltanto da figli. A partire dal coniuge, la quota è pari al 60 per cento della pensione del deceduto, fino a toccare il 100 per cento, se la vedova la divide con più figli. Prima che termini il 2022, però, il regolamento relativo alla pensione di reversibilità avrà già introdotto alcune modifiche. E questo grazie ad una recente sentenza della Cassazione.
Il diritto alla pensione di reversibilità è sino ad oggi esteso anche ai coniugi separati, purché siano in possesso dell’assegno alimentare (che era a carico del de cuius). La sentenza ha deciso che anche in assenza dell’assegno, viene riconosciuto il diritto alla trasmissione della quota. Un’altra novità chiama in causa la presenza di redditi aggiuntivi del superstite: la Corte ha espresso che le riduzioni degli importi non devono superare le stesse entrate del beneficiario, costituendo al contrario un danno nei confronti del beneficiario.
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Le ultime due modifiche, infine, sono di natura finanziaria e contributiva. Per la prima si tratta della rivalutazione degli importi pensionistici, già anticipata all’inizio di ottobre con un incremento dell’1,7 per cento; per il prossimo anno è previsto che anche le pensioni di reversibilità beneficeranno di un incremento, dovuto all’inflazione esponenziale, pari al 10 per cento (rispetto all’1,9 delle rosee previsione delle casse statali).
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Il rialzo percentuale sarà così goduto: al 100 per cento per le pensioni fino a tre volte il minimo (fino a 2.062 euro lordi); al 90 per cento per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo (fino a 2.577,90 euro lordi); al 75 per cento per gli assegni oltre cinque volte il minimo (oltre 2.577,90 euro lordi). Ultima novità: dal prossimo anno, parte al pensione di reversibilità precompilata, ovverosia la nuova procedura on line per richiedere la prestazione in modalità precompilata direttamente all’INPS, con il profilo MyINPS del sito dell’Istituto.