Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni sarebbe contro le cosiddette pensioni d’oro: c’è un piano per i tagli.
Le pensioni d’oro – ovvero quelle che superano i 5mila euro lordi mensili – potrebbero essere presto un lontano ricordo. Almeno questo emerge dal piano che avrebbe in mente il partito di Fratelli d’Italia, che ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti, spingendo il centrodestra verso la formazione di un nuovo governo.
Tocca però innanzitutto fare delle distinzioni: se infatti il partito di Giorgia Meloni vorrebbe tagliare le cosiddette pensioni d’oro, allo stesso tempo sembra che il piano sia rivolto soltanto a chi ne ha beneficiato e ne beneficia grazie al sistema retributivo. Salve le pensioni accumulate grazie al sistema contributivo.
Insomma, se si percepisce una pensione alta in virtù dei contributi effettivamente versati, non ci dovrebbero essere problemi per il futuro del sussidio che spetta a chi ha lavorato una vita intera. Coloro i quali percepiscono pensioni ben più alte dei contributi versati rischiano di vedersele ora tagliate: diverse leggi in vigore nella cosiddetta Prima Repubblica, in particolare, hanno fatto sì che ciò avvenisse.
Probabilmente sono tanti coloro che non sanno quello di cui stiamo parlando, soprattutto chi ha meno di 40 anni e oggi vede la pensione come un miraggio, qualcosa a cui aspirare per un futuro sereno, ma che verosimilmente rischia di non arrivare mai. Un meccanismo distorto, infatti, ha fatto sì che grazie alle retribuzioni più alte percepite negli ultimi anni di lavoro, sfruttando appunto un sistema definitivo retributivo, molti andassero in pensione con delle cifre molto elevate.
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Nella vulgata comune, si parla di “pensioni dei sindacalisti” per definire questa tipologia di pensioni d’oro, ma l’elenco di chi ha beneficiato di questa tipologia di sistema sembra più a largo spettro e non assimilabile solo a una categoria.
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Per tale ragione, sono in molti a credere che le difficoltà più grandi a far passare norme restrittive in questo senso – come già avvenuto in passato – possano arrivare dalla Consulta. Ridurre un privilegio dopo molti anni potrebbe infatti essere ritenuto anticostituzionale. Attenzione però perché altri ostacoli al progetto potrebbero arrivare dal Parlamento.