Presto verranno meno i requisiti per accedere al sussidio così come è conosciuto fino a oggi. Quali saranno le nuove categorie a beneficiarne
Giunti il giuramento del nuovo Governo e l’insediamento di Giorgia Meloni al posto del dimissionario Mario Draghi, il lavoro può subito iniziare, come nelle intenzioni della nuova premier. O meglio, il lavoro può immediatamente proseguire. Tante, infatti, sono le questioni rimaste aperte con l’emergere della crisi di governo e il passaggio – dell’esecutivo – allo status di “disbrigo degli affari correnti”.
Un passaggio, questo, che di fatto non c’è stato per l’acuirsi della crisi internazionale che hanno colpito le forniture di gas all’Europa e la stessa economia del vecchio continente con la miccia accesa dall’inflazione. La condizione complessiva ha impoverito molte famiglie, ha abbassato centinaia di saracinesche e ha chiuso i battenti di diverse aziende, medie e piccole, sul territorio italiano. La testa d’Ariete che ha attivato questi effetti a macchia d’olio è rappresentata dalle bollette delle utenze del gas divenute insostenibili.
La Meloni ha deciso: come si trasforma il Reddito di Cittadinanza
Già dalla campagna elettorale, tra i temi in corsa per la vittoria di questa o di quella forza politica, si è ragionato anche sul futuro dei supporti economici, la cui attuale erogazione pesa non poco sulle casse dello Stato, soprattutto quelle gestite dall’INPS, ritrovatosi a fronteggiare con enormi difficoltà sia le uscite delle misure ordinarie (pensioni, indennità) sia di quelle relativi ai sussidi straordinari (bonus, incentivi).
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Ad alimentare l’iniziale fuoco della polemica è stato il dibattito sul Reddito di Cittadinanza, la misura a sostegno dei bassissimi redditi (un ISEE inferiore a 9.360 euro), a contrasto della povertà e a favore del reinserimento professionale tramite il patto sociale sottoscritto dal lavoratore con i Centri per l’Impiego. Sin dalla campagna elettorale, Giorgia Meloni sostenuto che la misura fosse privata a quelle categorie di soggetti che possono effettivamente lavorare e di potenziarla verso quelle fasce, a vario titoli, inabili.
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Quindi, le categorie più fragili. Pochi giorni or sono, in una trasmissione televisiva l’avvocato giuslavoratista Gabriele Fava conferma quella sembra essere la visione – ad un passo dalla sua concretizzazione – di Fratelli d’Italia: abrogare il Reddito di Cittadinanza e sostituirlo con un Reddito di Solidarietà, ovverosia con uno strumento di welfare indirizzato ai bisognosi, quali i fragili, inabili al lavoro, over 60enni e disabili; con un’attenzione su quegli anziani che hanno figli disabili a carico. Sarà strutturato come un intervento con un importo massimo mensile di 650 euro alle famiglie in possesso di un ISEE inferiore a 15 mila euro.