La tua stufa elettrica può far schizzare la bolletta

Rappresenta la soluzione più immediata per scaldarsi ma a seconda del modello, i costi in bollette si fanno piò o meno sentire. Ecco perché

La tua stufa elettrica può far schizzare la bolletta
Stufa elettrica (Foto Adobe)

L’attuale crisi energetica che attanaglia l’Europa spazza via ogni cerimoniale, compreso quello che si svolgerà per l’imminente insediamento del nuovo governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Appena la squadra di ministri presterà giuramento davanti al Presidente della Repubblica dovrà impegnarsi da subito a dare immediate risposte alle urgenti questioni rimaste in sospeso con le dimissioni di Mario Draghi.

L’istanza numero uno riguarda indubbiamente l’aumento esorbitante delle tariffe sulle bollette dell’energia, oltre le collaterali soluzioni nell’ambito delle fonti alternative di approvvigionamento per riempire le scorte nazionali, e mettere un freno alla speculazione dei mercati e all’inflazione. Affrontando la questione, non su un piano sistemico ma agendo sulle singole priorità, il governo del premier Draghi ha rilasciato gradualmente risorse economiche aggiuntive ai cittadini più svantaggiati.

Stufa elettrica, come usarla al meglio

La tua stufa elettrica può far schizzare la bolletta
Consumi energetici (Foto Adobe)

Di fronte alla porte dell’inverno, resta in Italia l’incognita sull’attuazione di un piano di razionamento del gas, già comunque predisposto tramite uno specifico decreto: vi sarà un abbassamento di un grado nella temperatura dei riscaldamenti presso le abitazioni e gli edifici pubblici (portata dunque a 19 gradi), nonché una riduzione delle ore e dei giorni di accensione secondo un calendario variabile per Regioni e Province.

Alcuni italiani, per loro conto, si sono attivati sfruttando gli incentivi governativi sulle spese per investire nel risparmio energetico: su tetti e balconi, si è proceduto all’installazione dei pannelli solari; altri cittadini hanno acquistato stufe a legna o a pellet (rigorosamente ad alta certificazione); altri ancora hanno migliorato il funzionamento dei loro termosifoni con l’installazione dei pannelli termoriflettori.

In casa, soprattutto, è di questi tempi (come in altri) normale rispolverare le vecchie stufe elettriche, immediate nel loro funzionamento di scaldare un angolo di una stanza; il tutto nella vana speranza di dare un taglio all’accensione dei riscaldamenti a gas. Finché poi arriva la bolletta elettrica: a causa dell’uso prolungato per troppe ore, il contatore ha accelerato la sua corsa dando all’utente una nuova e terribile stoccata al suo bilancio familiare.

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In realtà, esistono diversi modelli di stufe elettriche e dunque con differenti pretese di risparmio: stufa radiatore a olio; stufa alogena, infrarossi o al quarzo; termoventilatori e termoconvettori. Generalmente una stufa elettrica consuma tra i 300 e i 2.500 W; la prima tipologia, adatta per un uso prolungato, impiega più tempo a scaldarsi. Le stufe al quarzo, in particolare, sono più rapide a scaldarsi ma il potere calorifico costringe a stare vicino all’apparecchio.

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I termoventilatori, infine, sono utili per brevi esigenze (come la doccia) e per piccoli spazi (il bagno). Per sfruttare al meglio la stufa elettrica è bene accenderla nelle ore più fredde della giornata, non dalla mattina alla sera; per agire al meglio sui consumi, è opportuno fare buon uso del regolatore di potenza in grado di abbassare il calore emanato quando è necessario.

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