Gli anni anagrafici permetteranno a queste persone di integrare la rivalutazione degli importi con un ulteriore aumento. Di cosa si tratta
Per l’insediamento del nuovo governo bisognerà attendere ancora pochi giorni. Alcune brevi consultazioni scioglieranno gli ultimi nodi sulle poltrone dei dicasteri, dopo le quali seguirà finalmente il giuramento di fronte al Presidente della Repubblica. Rappresenterà una delle nomine alla guida del Paese più travagliate delle storia repubblicana, vista la drammatica sequenza odierna di eventi storici che attraversa l’Europa.
L’esecutivo, del quale prenderà presumibilmente la guida Giorgia Meloni, dovrà occuparsi con estrema urgente delle questioni di politica estera in continuità con l’attuale governo uscente: guerra, crisi energetica, gas. Inoltre, vi sono le priorità interne niente affatto separate dalle prime: l’erogazione di bonus, la guerra all’aumento delle bollette, l’inflazione, nonché il futuro dell’Assegno Unico e del Reddito di Cittadinanza e le pensioni.
Perché questi pensionati godranno dell’aumento della rata integrativa?
Il dossier pensioni riguarda in principal modo l’urgente formulazione di una riforma, che porti ad un dibattito articolato e ad una decisione condivisa. La riforma pensionistica si manifesta come una necessità urgente in vista della scadenza della “provvisoria” Quota 102 al 31 dicembre 2022. Occorrerà arrivare ad una nuova formulazione mediante le alternative della proroga, di una nuova misura provvisoria oppure di un sistema ex novo prima che si ripristino automaticamente i requisiti pensionistici della controversa Legge Fornero.
Mentre si discute di una cosiddetta Quota 41 (dal numero degli anni di contributi versati che si vogliono proporre per ottenere la pensione anticipata), dovendo giungere ad un accordo sull’età anagrafica indispensabile, si è raggiunta una certa unanimità di intenti circa il potenziamento degli strumenti già esistenti, quali l’assegno sociale APE e l’Opzione Donna. Dal secondo, sta nascendo la possibilità di un’Opzione “Uomo” per il congedo anticipato per i lavoratori.
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Ai pensioni che incassano l’APE sociale non spetta però la tredicesima, la rata integrativa al trattamento INPS erogato annualmente nel mese di dicembre. L’assegno di accompagnamento verso la pensione di vecchiaia “APE sociale”, infatti, viene erogato al momento della fuoriuscita del mondo del lavoro all’età di 63 anni con 30 o 36 anni di contributi versati.
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Taluni pensionati, invece, godranno, per l’ultimo mese dell’anno, di un ulteriore vantaggio: oltre alla già attiva rivalutazione degli importi pensionistici dovuti agli indici ISTAT, riceveranno un aumento della tredicesima, dovuto dall’abolizione completa entro il 2023 del limite massimo 1.500 euro al mese quale requisito precedente per essere titolare dell’APE. In vista del 2023, sanno dunque i nati del 1956, i quali prenderanno la pensione di vecchiaia al compimento del 67° anno.