Nel prossimo inverno le scuole di alcuni Comuni non rimarranno al freddo per opposizione dei sindaci al taglio dei consumi. Cosa è accaduto
La crisi energetica del gas è divenuta una questione geopolitica col precipitare degli eventi; una questione che è giunta sin nelle case degli italiane, tra le mura domestiche. Il rischio di chiusura dei rubinetti dei gasdotti russi porterebbe ad un prossimo inverno molto freddo e le riserve nazionali di metri cubi restano le vere incognite. Al momento, il declino europeo si è tradotto nell’esorbitante costo delle bollette che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese.
Le tariffe delle utenze non risentono soltanto del costo – come è presumibile – in aumento dell’energia, ma su di esse si riflettono gli ampi margini speculativi dei mercati, ancorché inspiegabili e dalle dinamiche inafferrabili. Verrebbe da chiedersi quali orizzonti di utilità si stagliano oggi su quei contratti di maggior tutela (tutela da cosa e da chi) che dovevano garantire il blocco delle tariffe; tanto più che la “salvaguardia” del mercato di salvaguardia detta, come prestabilito, tariffe più alte.
Caro Bollette, la scuola è salva: i Comuni che hanno deciso di non spegnere i riscaldamenti
Il caro bollette è già drammaticamente vissuto nelle abitazioni delle famiglie meno abbienti, in convivenza con la crisi dei consumi prodotta dall’aumento dei prezzi sui beni, vittime della galoppante corsa dell’inflazione (d’altronde, come la degenerazione dei tassi di interesse si fanno sentire su mutui e affitti). Tutto ciò è in cerca di contenimento attraverso le misure di recente approvazione dei decreti salva-bollette (Aiuti bis e ter), ossia il bonus 200 euro e l’imminente bonus 150 euro.
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Un’altra sfida che avanzerà sarà quella rappresentata dal piano di razionamento predisposto in vista dell’inverno e della probabile precettazione a contenere le riserve: si è deciso per un abbassamento della temperatura dei riscaldamenti di un grado (portandola a 19 gradi) e per la riduzione delle ore e giorni di accensione secondo un calendario variabile per Regioni e per Province.
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Saranno coinvolti edifici privati e pubblici; comprese le scuole, dunque, ma con qualche eccezione o variante per decisione di taluni Comuni. Mentre a Milano il sindaco Sala ha firmato un’ordinanza per posticipare l’accensione fino alla fine del mese (non sono comprese strutture sanitarie e di ricovero), in città come Firenze, Pisa e Gorizia si tutelano le scuole dal veto: si punta sul lavoro agile dei dipendenti, sullo spegnimento delle illuminazioni esterne delle strutture scolastiche, e sacrificando la presenza di altri uffici pubblici.