Lavorare anche da pensionati: in quali casi si può

Coloro che sono pensionati ma non riescono a stare con le mani in mano possono tornare a lavorare in questi casi

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pensione (Foto Pixabay)

La pensione è uno dei traguardi più ambiti dagli italiani dopo decenni di lungo e duro lavoro. Ma se per la maggior parte delle persone la pensione rappresenta il meritato riposo, per altre la pensione rappresenta la fine della quotidianità. Sono tanti gli italiani in pensione che si sentono senza uno scopo più nella vita dal momento che hanno molto tempo libero.

Tutte queste persone non devono però demoralizzarsi dal momento che esiste anche la possibilità di lavorare dopo la pensione. Al momento del pensionamento bisogna aver cessato qualsiasi attività da lavoratore dipendente, rassegnando le dimissioni nel rispetto dei termini imposti dalla normativa ma non c’è alcun divieto di riprendere a lavorare dopo essere andati in pensione.

Lavorare da pensionati: ecco come fare

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pensione (Foto Pixabay)

Dopo che si è ricevuto il primo assegno di pensione un italiano è libero di scegliere se riprendere o meno il lavoro. Nel caso in cui si vuole riprendere a lavorare allora riprendono anche i contributi versati all’INPS con la possibilità di beneficiare di un aumento dell’assegno grazie al cosiddetto supplemento di pensione.

Coloro che vanno in pensione, oltre che soddisfare i contributi anagrafici e contributivi devono presentare l’obbligo di cessazione dell’attività lavorativa. Questa regola riguarda solo i lavoratori dipendenti ma bisogna sottolineare che il divieto di lavorare dopo la pensione non è assoluto: la non sussistenza del rapporto di lavoro dipendente, infatti, deve essere verificata al momento della decorrenza della pensione.

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Dal gennaio 2009 non esiste alcun vincolo per il cumulo della pensione con i redditi derivanti da attività lavorativa. Questo però vale solamente per i trattamenti previdenziali diretti, quali la pensione di vecchiaia e quella anticipata o di anzianità. Ci sono dei limiti però per chi va in pensione interamente con il sistema contributivo. Coloro che vanno in pensione prima dei 63 anni perderanno interamente il diritto all’assegno previdenziale nel caso in cui inizi a lavorare come dipendente.

Anche chi è titolare di una pensione di invalidità può tornare a lavorare. In questo caso la pensione è interamente sospesa per coloro che hanno un reddito derivante da attività lavorativa che supera di tre volte l’ammontare della pensione minima, quindi superiore ai 1.573,05 euro. I titolari di pensione di reversibilità che nel contempo hanno dei redditi da lavoro non perdono il diritto alla pensione qualora nel loro nucleo familiare ci siano figli minori o studenti o inabili.

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Coloro che decidono di lavorare dopo la pensione avranno le retribuzioni che si cumuleranno al reddito della pensione. Se il lavoratore pensionato ha stipendio e pensione cumulabili entro un certo limite, sarà il datore di lavoro stesso a dover trattenere dallo trattenimento delle somme non cumulabili per poi provvedere al versamento di quanto trattenuto dall’ente previdenziale che eroga la pensione.

Dal reddito da lavoro dipendente devono essere sottratti i contributi trattenuti e le imposte già trattenute in busta paga. In questo modo si determina il reddito complessivo che è quello su cui, poi, si dovranno pagare le tasse.

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