Il governo Meloni prorogherà l’Ape Sociale: ma chi può usufruire di questo trattamento pensionistico? Scopriamolo insieme
Entro la fine del 2022 il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni dovrà emanare una nuova Riforma Pensioni per evitare che torni in auge la Legge Fornero. Quello delle pensioni, infatti, è un tema molto caldo in Italia e dopo l’uscita di scena di Quota 100 e di Quota 102 bisogna ridisegnare ancora una volta i requisiti per poter uscire dal mondo del lavoro.
Con molta probabilità il governo Meloni prorogherà sia Opzione Donna e l’Ape Sociale, ovvero il meccanismo introdotto qualche anno fa per consentire il pensionamento anticipato per chi svolge lavori gravosi che abbia 63 anni di età, 30 o 36 anni di contributi, a seconda dei casi, e che si trovino in una delle condizioni di disagio previste dalla legge.
Ape Sociale, i requisiti per ottenerla
Possono usufruire dell’Ape Sociali i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, quelli autonomi e anche dagli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, che soddisfano una serie di condizioni ben specifiche. Partiamo da coloro che svolgono attività gravose. Rientrano in questa categoria i maestri di asilo e scuola primaria; tecnici della salute; addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate; professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali; operatori della cura estetica. Ancora artigiani; operai specializzati; agricoltori, operai edili, etc.
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Tutti questi lavoratori possono lasciare il mondo del lavoro se hanno almeno compiuti 63 anni e hanno 36 anni di contribuzione e abbiano svolto lavoro gravoso negli ultimi sette anni. Per le lavoratrici è prevista una riduzione dei requisiti contributivi: un anno in meno per ciascun figlio nel limite massimo di 2 anni. E, dunque, si scende a 28 anni di contributi o a 34 anni.
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Possono avere l’Ape Sociale anche gli invalidi civili con grado almeno del 74% e con almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi. Anche i caregiver possono usufruire di questo meccanismo sempre se hanno almeno 3 anni e 30 anni di contributi e assistono, da almeno 6 mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap.
L’Ape Sociale può essere usufruito anche dai disoccupati con almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi e che hanno integralmente esaurito la Naspi. Ricordiamo, infine, che l’Ape Sociale non è una vera e propria pensione ma un sussidio che accompagna le persone fino all’età della pensione di vecchiaia. L’importo dell’Ape Sociale non supera i 1.500 euro lordi mensili e, raggiunta l’età, si trasforma in trattamento pensionistico completo.