Molte persone non sanno che possono uscire dal mondo del lavoro in anticipo sfruttando le seguenti soluzioni
Dopo decenni di duro lavoro spetta la tanto sognata pensione. Quello delle pensioni è un tema sempre molto caldo in Italia dal momento che anno dopo anno si susseguono varie riforme a riguardo che cambiano le carte in tavola. A seconda di queste riforme si potrà andare in pensione qualche anno prima o qualche anno dopo.
Basti pensare ad esempio che a Quota 100 è subentrata poi Quota 102. Quota 100 prevedeva un’età anagrafica non inferiore a 62 anni e un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni per il pensionamento. Quota 102 prevede almeno 64 anni di età compiuti e 38 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2022. Non tutti sanno, però, che ci sono anche delle soluzioni per andare in pensione prima.
Pensione, ecco come uscire prima dal mondo del lavoro
Una delle soluzioni per lasciare prima il mondo del lavoro è quello di riunire i contributi nella Gestione separata. In questo modo si potrà andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi e un assegno di pensione pari o superiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. Unire i contributi nella Gestione separata comporta infatti un ricalcolo contributivo.
Questa soluzione, però, è riservata a chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995; a chi ha almeno 5 anni di contributi accreditati dopo il 1° gennaio 1996; almeno 15 anni di contributi complessivi; e almeno 1 mese di contributi accreditato presso la Gestione Separata. La soluzione è ideale per chi non è riuscito a maturare i 20 anni di contributi richiesti per la pensione di vecchiaia.
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A coloro i quali invece manca solo qualche anno di contributi possono usufruire dei contributi figurativi. Sono contributi che sono accreditati dall’INPS per i periodi di sospensione, riduzione o interruzione dell’attività lavorativa. In alcuni casi sono accreditati in automatico mentre in atri bisogna fare esplicita richiesta all’INPS.
Rientrano nei contributi figurativi i periodi del servizio militare, sia obbligatorio che volontario; servizio civile, maternità al di fuori di un rapporto di lavoro; congedo parentale durante il rapporto di lavoro; malattia e infortunio; malattia del figlio etc. Attraverso questi contributi figurativi si potrà accedere alla pensione anticipata.
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C’è poi la RITA, cioè la rendita integrativa temporanea anticipata. Si tratta di una erogazione frazionata, di tutto o una parte, del montante accumulato in un fondo pensione da almeno 5 anni. Con la Rita si può anticipare l’uscita dal lavoro di 5 anni, a patto di aver maturato almeno 20 anni di contributi o a 10 anni nel caso dei disoccupati di lunga durata (24 mesi), purché con 20 anni di contributi.
Infine c’è il contratto di espansione che può essere raggiungo con l’azienda se ha almeno 50 dipendenti in organico. Si tratta di un accordo sottoscritto tra azienda e rappresentanti sindacali finalizzato a incentivare il ricambio generazionale. Attraverso questo accordo potranno uscire dal mondo del lavoro i dipendenti a cui mancano 5 anni per il raggiungimento della pensione.