È sufficiente la sottoscrizione di finanziamenti per entrare nelle liste delle Centrali Rischi e ritrovarsi fra gli insolventi. Ecco perché
L’inasprirsi della situazione geopolitica in Europa sta ponendo le popolazioni dei Paese comunitari di fronte allo spettro della recessione economica. I dati parziali indicano le dinamiche di come la crisi energetica stia erodendo la capacità di sopravvivenza delle imprese e il sostentamento di cittadini e famiglie. Era prevedibile che lo sconquasso dei rapporti di scambio relativi al gas si trasformassero in una ennesima crisi economica che colpisce il vecchio continente.
La declinazione economica alle trasformazioni in atto sta generando effetti trasversali nei vari settori produttivi delle economie nazionali, le quali non sono immuni dal fisiologico attacco delle speculazioni dei mercati che non fanno altro che accentuare il riverbero di un’inflazione che dal mese di febbraio è risultata già aggressiva. Uno dei riflessi maggiori però è stato colto nell’ambito del credito.
Ad oggi l’inflazione è posizionata in prima linea tra le cause del generalizzato aumento dei prezzi relativi ai beni di consumo, nonché delle bollette sulle utenze domestiche, a fianco degli indici incrementati relativi alla fornitura. Ma anche sul fronte finanziario, l’inflazione non poteva che costituire un allarme al credito nei confronti dei cittadini europei. Un indizio viene proprio dal settore mutui.
Se la primavera e l’estate sono trascorse tranquillamente, il prevedibile rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea, a partire dall’autunno, ha rotto una tregua, assecondando il nuovo colpo di frusta inflazionistico. In poche settimane, la convenienza dei mutui a tasso fisso (grazie all’Eurirs favorevole sull’Euribor, l’indice dei mutui a tasso variabile) ha lasciato il posto ad un’altra brusca frenata, facendo scendere la richiesta di finanziamenti agli istituti di credito e invertendo la rotta degli italiani, alle prese con la prima casa, verso le proposte di affitto.
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Anche chi oggi si ritrova nella condizione di non essere in grado di adempiere alla restituzione delle rate di un prestito o di un mutuo, può tentare di rinegoziare il piano di finanziamento con la banca, sebbene sarà inevitabile di entrare nelle liste dei nominativi tenute dalla Centrale Rischi (CR) della Banca d’Italia o dai Sistemi di Informazione Creditizia (SIC), le banche dati gestite da privati.
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La consultazione da parte di banche e istituti finanziari consente di misurare il grado di affidabilità del contraente: il fatto che vi siano inclusi i cosiddetti cattivi pagatori non significa che la presenza del proprio nominativo precluda la concessione di prestiti futuri; basta essere titolari di un mutuo o di un prestito per permette ai primi di valutare il rischio di insolvenza o meno. Anche gli stessi appartenenti alla lista possono conoscere il loro stato chiedendo di consultare le banche dati della CR alla Banca d’Italia o dei SIC.