Di cosa si tratta e quanto ci sia di vero dietro il sussidio, i cui soldi comunque sono stati stanziati anche nell’ultimo decreto. I dettagli
Manca una manciata di giorni in cui il nuovo governo, guidato da Giorgia Meloni, presterà giuramento al Presidente della Repubblica e sostituirà definitivamente l’attuale esecutivo uscente presieduto da Mario Draghi. Quello che presentarsi come il disbrigo degli affari correnti sta per essere consegnato al nuovo premier come la successiva fase di confronto con una crisi di carattere epocale.
L’odierna crisi – appunto – dovrà prevedere risposte immediate sin dalle prime battute di lavoro della nuova squadra di ministri, perché altrettante questioni rimarranno aperte: la guerra, la riduzione della disponibilità di gas, la trasversale inflazione che sta minando il potere di acquisto, l’aumento dei prezzi sui beni e delle tariffe sulle bollette; temi che sin d’ora stanno costando caro sui bilanci delle famiglie e dei cittadini.
Le istanze che sono venute via via presentandosi hanno stimolato l’esecutivo di Mario Draghi a mettere in campo un ampio bagaglio di risorse economiche a sostegno dei cittadini più esposti alle attuali difficoltà di sostentamento. Di certo, le casse dell’INPS sono collateralmente sotto pressione sia sul fronte delle misure ordinarie (pensioni, indennità) sia sul fronte dei sostegni straordinari (bonus, incentivi).
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Ma ecco che il caro bollette che già si sta rendendo responsabile della chiusura di imprese e ne preannuncia il declino di altre, oltre all’insostenibilità dei costi sulle spalle dei cittadini, ha coattivamente suggerito il rilascio progressivo di sussidi in soccorso dei redditi più svantaggiati. E ciò è stato realizzato con l’approvazione dei Decreti Aiuti bis e ter, quelli che hanno dato il via all’erogazione dei bonus 200 euro e all’imminente bonus 150 euro.
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Proprio parlando dei medesimi si può discutere del cosiddetto bonus 350 euro: ecco, tale bonus non esiste in quanto tale; si tratta – con una formula evidentemente e giornalisticamente sbrigativa – della somma dei contributi appena citati. Il primo, giunto al mese di ottobre, sta ora comprendo il turno dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti. In effetti, vista la coincidenza con il successivo pagamento del bonus 150 euro, si tratterà per molti di un accredito cumulativo. Ma la “doppia” erogazione avverrà nel caso in cui – per i requisiti del contributo da 150 euro – il lavoratore abbiano percepito, nel periodo d’imposta 2021, un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro.