Tra i piani del nuovo governo, si studia un contrasto in ambito europeo alle stoccate speculative sull’energia. In cosa dovrebbe consistere
Dopo l’esito vincente delle elezioni politiche del 25 settembre scorso, Giorgia Meloni è al lavoro per raccoglierei i nomi che entreranno a far parte di quello che con tutta probabilità sarà il governo di cui essa ne diverrà titolare. Nel frattempo, scorrono le ultime settimane dell’esecutivo uscente presieduto da Mario Draghi, occupate a tempo pieno dalla crisi energetica e dalla guerra.
Saranno in effetti soltanto due delle questioni che rimarranno aperte e di cui il nuovo premier dovrà occuparsi appena il governo presterà giuramento. Ma esse sono in ogni caso correlate con i temi in cerca di risposte urgenti. La stessa inflazione – problema piuttosto trasversale in Europa ma particolarmente accentuato nel nostro Paese – si interseca con l’aumento dei prezzi sui beni di consumo, quanto il caro bollette dovrà vedersela insieme alla definizione di bonus e incentivi emergenziali.
Caro bollette, un accordo con la UE per arginare la speculazione
Il governo Draghi, in quello che oggi dovrebbe essere definito il “disbrigo degli affari correnti”, sta portando a termine l’attivazione delle misure incluse nel Decreto Sostegni ter, approvato di recente a sostegno dei cittadini in difficoltà rispetto al pagamento dei consumi energetici. Non a caso, tra queste è in conclusione l’elargizione del bonus 200 euro, sostituito a breve dal bonus 150 euro.
Vi è altresì un cosiddetto bonus bollette, che i lavoratori possono richiedere ai datori di lavoro, i quali integreranno per conto dell’INPS le buste paga con un contributo di 600 euro esentasse destinato ad affrontare il pagamento delle utenze. Intanto, almeno per quanto riguarda il nuovo governo che si sta formando, il problema dei prezzi oggi è individuato nelle speculazioni internazionali.
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Non è un caso che Giorgia Meloni stia lavorando in stretta vicinanza con Mario Draghi per mettere a punto un piano straordinario anti-rincari da presentare al tavolo di Bruxelles assieme alla richiesta di allentare i vincoli di bilancio per contrastare l’aumento dei costi energetici. La scorsa settimana, un primo risultato è stato ottenuto con la Germania che ha dato il via libera ad una riforma del mercato del gas di Amsterdam.
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La sostituzione del relativo indice Ttf con l’indice italiano Psv consente di pagare il gas molto meno, aggirando nuovi aumenti. Non ultimo poi il tema dell’esportazione di gas metano all’estero. L’intenzione di Fratelli d’Italia è quella di ridurre i margini di export e aumentare la produzione interna di gas. Pur deviando in parte gli obiettivi europei sulla transizione ecologica, si vuole aprire a nuove estrazioni di gas, sfruttando in particolare il Mar Adriatico, eventualmente allentando la stretta sui vincoli paesaggistici delle Sovrintendenze.