Con FdI primo partito, si lavora a ritmi serrati per formare il governo che dovrà realizzare le proposte. Come si trasformano le pensioni
Il dado è tratto. Sono passati poche ore dall’esito delle votazioni politiche e si è finalmente chiusa una delle più controverse campagne elettorale della storia repubblicana, durata solo sette giorni di confronto e dove poche proposte sono state davvero immesse nel dibattito pubblico. Gli italiani si sono espressi – o meglio, una parte di connazionali, visto l’astensionismo giunto alla punta del 36 per cento – e hanno eletto la forza politica che all’incirca due settimane succederà al dimissionario Governo Draghi.
Stiamo parlando di Fratelli d’Italia e del suo segretario, Giorgia Meloni (con ogni probabilità futuro premier); da oggi, primo partito del Paese e del Parlamento, con in mano un “solido” 26 per cento dei seggi. Si aprono dunque settimane di lavoro serrato per comporre la squadra dei ministri che formerà il governo, ma non prima di aver ricevuto il mandato dal Presidente della Repubblica.
Dopo circa due settimane, si dovrebbe approdare alla definizione dei dicasteri, al giuramento dell’intero governo e al passaggio del campanellino, da Mario Draghi al nuovo Presidente del Consiglio. Ancora per qualche giorno, però, l’attuale esecutivo dovrà far fronte al cosiddetto “disbrigo degli affari correnti”: per modo di dire, visto che quotidianamente, bisogna far fronte con misure economiche di emergenza alle criticità che investono cittadini e imprese, travolti dall’odierna crisi.
Di certo, molti nodi non verranno sciolti. E si tratta di nodi urgenti, dovuti a scadenze a stretto giro: il rifinanziamento dell’Assegno Unico, il futuro del Reddito di Cittadinanza, l’inflazione, nonché – sul piano, per così dire, della politica estera – l’inflazione, il conflitto in Ucraina, l’approvvigionamento del gas e la regolazione distribuzione dei fondi europei relativi al PNRR; tra tutto ciò anche la riforma pensionistica, vista la scadenza della Quota 102 a fine anno.
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E qui entra in gioco il programma del partito simbolo della destra italiana. Innanzitutto si vuole evitare il ripristino automatico dei requisiti pensionistici dettati dalla Legge Fornero a partire dal 1° gennaio 2023. Bisogna fare in fretta dunque per includere il dibattito alla Camera, gli emendamenti e l’approvazione. FdI parla di una “flessibilità in uscita” , né sulla base della Quota 100 né su quella della “leghista” Quota 41.
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Si punta sul rinnovo dell’Opzione donna, l’aumento delle pensioni minime e il taglio delle pensioni d’oro. Al mondo del lavoro si vuole dare un ricambio generazionale; per farlo, è opportuno un accesso facilitato alla pensione. Il ricalcolo delle pensioni più alte prenderà in considerazione quei casi che non corrispondono a contributi effettivamente versati. Al contempo verranno adeguate le pensioni minime e sociali ma si appronteranno agevolazioni fiscali per i percettori di redditi di pensione e per gli over 65 che assistono parenti under 36 e, tra gli altri, per i canoni d’affitto abitativo e per l’acquisto della prima casa.