Allarme conto corrente: cosa succede ai nostri risparmi

Allarme conto corrente: la situazione che stiamo vivendo mette a rischio i soldi che abbiamo conservato in banca o in posta

Pixabay

Se diminuisce il potere d’acquisto dei soldi che abbiamo in tasta, la stessa costa succede anche per quelli che pensiamo siano al sicuro, ossia sul conto. L’onda dell’inflazione li colpisce, indirettamente. Non c’è il rischio di spenderli perché restano lì “fermi”, ma comunque in un certo modo li perdiamo.

Quando l’euro era stato introdotto vent’anni fa, man mano abbiamo perso proprio il potere d’acquisto (e in parte la colpa è solo della moneta unica). Se oggi ci fosse ancora il vecchio conio sicuramente con 1.000 lire non compreremmo ciò che riuscivamo a portare a casa nel 2001. L’aumento dei prezzi è un ciclo naturale ma negli ultimi mesi sta diventando insopportabile.

Allarme conto corrente: è possibile tenere i soldi a riparo?

Allarme conto corrente

Quando l’inflazione è alta, è meglio investire o tenere i soldi liquidi? Spesso commettiamo degli errori. Il primo è dare poco peso all’inflazione. È un fenomeno che colpisce tutti, ricchi e poveri (i secondi ovviamente di più perché hanno meno mezzi per sconfiggerla.

Il secondo errore è quello di tenere i soldi liquidi. La paura di fare un investimento è naturale, ma è anche vero che il valore della banconota sarà sempre minore. Chi invece investe ha la possibilità di guadagnare. Quindi se da un lato c’è la perdita sicura del valore d’acquisto, dall’altro si può perdere, ma anche incassare.

LEGGI ANCHE: Consumo ridotto di gas: è davvero possibile risparmiare

Lo scorso 8 settembre la BCE ha alzato i tassi di interesse di 0,75 punti. Quindi oggi il tasso principale è pari all’1,25%, mentre quello sui depositi e quello sui prestiti marginali è dello 0,75% e dell’1,50%. Sono viste al rialzo le stime sull’inflazione per il 2022 dell’8,1% e per il biennio a venire: del 5,5% per il 2023 e 2,3% per il 2024.

In tre anni, quanto possiamo perdere dal nostro conto? Simuliamo una stima sul valore reale di 10mila euro al termine del triennio. Dobbiamo considerare le commissioni che variano in base al conto, gli eventuali costi di prelievo, ecc…

LEGGI ANCHE:Addio contanti: qualcuno fa solo pagare con Bancomat o Satispay

Stimando una media forfettaria di 4-5 euro mensili per 36 mesi, si arriva a 144-180 euro.
C’è poi l’imposta di bollo di 34,20 euro annui per le persone fisiche che hanno giacenze superiore ai 5mila euro, Dunque il totale è pari a 102,60 euro. Infine c’è quella che ora è in nemico numero uno, l’inflazione, cumulata nel corso dei tre anni. Sommando tutto, si tocca il 15,5% in meno di potere d’acquisto.

Gestione cookie