Alle porte la rivalutazione che vedrà integrare i trattamenti pensionistici ai percettori di questi redditi. Ecco i beneficiari
Come di consueto, anche il mese di settembre si è aperto con il calendario delle consegne relative alle pensioni INPS, presso gli uffici postali. L’ordine alfabetico per cognome dell’agenda assegna il giorno per presentarsi e ritirare i contanti; ma altri pensionati hanno preferito ritrovare il medesimo assegno sul conto corrente, tramite l’accredito diretto dello stesso Istituto.
A partire dallo scorso giugno, l’appuntamento con l’erogazione dei trattamenti costituisce l’occasione per pagare altresì i bonus 200 euro, la misura una tantum per compensare gli aumenti delle bollette, ma soltanto nei confronti dei soggetti in possesso di un reddito annuo non superiore a 35.000 euro. È probabile che il completamento delle spettanze venga completato entro il prossimo mese di ottobre.
Pensioni e stipendi fino a 130 euro in più: quando arriveranno
Il ritardo sugli accrediti, previsionalmente assolti proprio entro giugno, si è dovuto scontrare con la dura realtà: l’INPS ha avvisato per tempo che la proceduta avrebbe incontrato non poche difficoltà, legate principalmente alla ridotta capacità di credito delle sue casse. Gli ostacoli non sono che aumentati con la concomitanza dei pagamenti del bonus ai lavoratori autonomi, dipendenti e percettori di Reddito.
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Le casse INPS dovranno a breve far fronte ad un’altra criticità, che paradossalmente rappresenta una buona notizia per il popolo dei pensionati. Stiamo parlando della rivalutazione ISTAT degli importi, solitamente in programmazione nel primo trimestre dell’anno successivo all’elaborazione dei nuovi indici, ed anticipata invece a partire con l’erogazione integrativa ad ottobre prossimo.
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Serviranno anche i mesi di novembre e dicembre per coprire tutti i profili (quindi, aspettando eventuali arretrati). La consueta perequazione prevede un aumento medio di 130 euro sui cedolini (ma anche nelle buste paga dei lavoratori dipendenti), esteso a tutti i ratei percepiti fino a 2.692 euro mensili. Oltre tale tetto, però, gli aumenti non verranno corrisposti. Per le pensioni minime, il calcolo è sconfortante: gli assegni fino a 524,35 euro vedono infatti aumenti nell’ordine dei 10-11 euro.