La pensione nel sistema italiano è erogata in base ai contributi versati da ogni lavoratore. Tuttavia esistono dei casi diversi
Il sistema pensionistico italiano prevede come legge ordinaria in vigore la legge Fornero. In vigore dal 2012, la legge Fornero prevede l’uscita dal lavoro a 67 anni oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne.
In merito al sistema di calcolo dell’assegno che si percepisce quando si è in pensione, la legge ha completato quanto iniziato già con la riforma Dini del 1995 in tema di calcolo delle pensioni. Per effetto della legge Fornero, oggi le pensioni sono calcolate con il sistema contributivo che ha sostituito il calcolo retributivo ben più favorevole ai futuri pensionati. La modifica è stata dovuta per ragioni di equilibrio dei conti pubblici.
Pensione sociale, quanto spetta
Il sistema delle pensioni si regge sul fatto che gli assegni sono erogati in funzione dei contributi versati. Esiste tuttavia un caso in cui in assenza di contributi ci sia un’erogazione anche minima. Si tratta dell’assegno sociale. Si tratta di un assegno di pensione erogato anche senza aver versato i contributi.
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L’assegno sociale si ottiene se non si raggiungono determinati livelli reddituali familiari. Infatti, se si ha un coniuge che già percepisce una pensione bisogna verificarne l’importo. L’importo dell’assegno sociale per l’anno 2022 è pari a 468,11 euro per 13 mensilità. Il limite di reddito è pari a 6.085,43 euro annui se si è da soli. Tale reddito sale a 12.170,86 euro, se il soggetto è coniugato.
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Nel caso in cui siano stati versati pochi anni di contributi è possibile avere delle integrazioni della pensione. In presenza di 20 anni di contributi ma non raggiunge una soglia dignitosa di pensione è prevista poi la pensione minima del valore di 523,83 euro per 13 mensilità. In caso in cui non ci siano le 20 annualità di contributi versati ci sono poi dei casi in cui è possibile integrare l’assegno in base all’età.
