Lo Stato garantisce un assegno minimo ai cittadini che non raggiungono i requisiti per la pensione ordinaria
La situazione del sistema pensionistico italiano non è molto florida. Infatti, il presidente dell’Inps ha lanciato l’allarme in uno dei suoi consueti punti di aggiornamento previsti periodicamente dall’ente. La percentuale di lavoratori sui quali si reggono gli assegni di pensione in corso non raggiungono il livello di contribuzione tale da considerare solido il sistema per lungo tempo.
Alla base ci sono i pochi contributi versati anche per coloro che lavorano. Questo andamento dura in Italia da troppi anni ed è l’effetto dell’introduzione di numerose tipologie contrattuali dichiarate flessibili ma che in termini concreti si traducono in precari e con pochi contributi versati. Il tutto cade poi negli anni sul sistema pensionistico.
Lo Stato, nei caso in cui una persona abbia raggiunto una certa età lavorativa e non abbia versato abbastanza contributi per garantirsi almeno la sopravvivenza, prevede le pensioni minime e l’assegno sociale. La pensione minima è la pensione raggiunta dopo il compimento di 67 anni di età in assenza di una contribuzione soddisfacente per raggiungere una cifra minima prevista.
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In tal caso, infatti, interviene lo Stato integrando la parte mancante per arrivare al minimo considerato dalla normativa. Il limite fissato per il 2022 è di 523 euro mensili. La cifra è stata ritoccata di 8 euro al mese visto che la pensione minima era di 515 euro al mese. L’importo annuo dell’assegno minimo corrisponde a 6799 euro.
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La pensione sociale Inps, oggi sostituito formalmente dall’assegno sociale Inps, è un sussidio erogabile ai cittadini con età pari o superiore ai 65 anni e 7 mesi di età e con un reddito sotto la soglia di povertà. Questo, secondo quanto stabilito dalle Istituzioni, corrisponde a un guadagno annuo di 5.821,91 euro nel caso in cui il richiedente viva da solo o a 11.648,82 euro all’anno qualora fosse coniugato. La differenza tra pensione minima e assegno sociale è che per il secondo non occorre aver versato almeno 20 anni di contributi.