La riforma delle pensioni non è arrivata mentre sono in scadenza le norme che derogano alla legge Fornero
Il tema delle pensioni è sempre presente sui tavoli del legislatore ormai da diversi anni. Se ne discute perché da un po’ di tempo non si riesce a conciliare più l’esigenza di andare in pensione ad un’età ben accetta per tutti i lavoratori e nello stesso tempo in grado di rendere sostenibile il costo delle pensioni.
L’equilibrio manca da tempo ed è per questo che ogni governo ha sul tavolo una riforma delle pensioni. E’ opportuno precisare che una legge definitiva e che fa da riferimento alle pensioni esiste già ed è la legge Fornero che non si tocca e difficilmente i principi basilari su cui si regge saranno toccati.
La legge prevede, infatti, l’uscita dal lavoro a 67 anni oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne. Inoltre la legge ha completato quanto iniziato già con la riforma Dini del 1995 in tema di calcolo delle pensioni.
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Oggi le pensioni sono calcolate grazie alla legge Fornero con il sistema contributivo che ha sostituito il calcolo retributivo ben più favorevole ai futuri pensionati. La modifica è stata dovuta per ragioni di equilibrio dei conti pubblici. Nel 2022 era stato messo in piedi un tavolo permanente tra il governo e le parti sociali per trovare delle opzioni in deroga alla legge Fornero sostenibili per i costi.
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L’intenzione era quella di attuare delle deroghe strutturali e non temporanee come quelle presenti attualmente. Infatti, oggi sono in vigore Opzione donna, Ape sociale, Quota 102, tutte deroghe alla legge Fornero di durata limitata e non strutturali, ossia durature nel tempo. Tuttavia, queste norme scadono nel 2022. Esiste il rischio che a causa anche dei tempi tecnici per formare il nuovo Governo, il 2023 sia un anno in cui sia in vigore in maniera piena la legge Fornero, in assenza di deroghe.