In arrivo aumenti anche per i beneficiari dell’assegno unico universale. Si tratta di un adeguamento previsto per l’incremento del caro vita
L’inflazione ha generato la diminuzione del potere d’acquisto di diversi cittadini e famiglie italiane. L’aumento generalizzato dei prezzi ha colpito diversi paesi tra cui L’Europa nonché gli Stati Uniti. Tuttavia, l’Italia parte già da una base di reddito medio bassa rispetto agli altri paesi Ue.
Al fine di contrastare gli effetti degli aumenti generalizzati dei prezzi il governo in questi mesi ha messo in campo diversi provvedimenti. Inizialmente l’esecutivo guidato da Mario Draghi è intervenuto soprattutto con misure tese a diminuire gli aumenti del costo dell’energia elettrica e del gas.
Ecco le rivalutazioni degli assegni per i figli
Successivamente, sono stati necessari anche interventi sui redditi attraverso iniziative una tantum, come il bonus da 200 euro o strutturai, come il taglio in due tempi del cuneo fiscale, portato al 2% ad agosto. Inoltre, sono state previste delle misure anche per strumenti appena andati in vigore.
Leggi anche: Bce, i tassi e la fine dei bonus: cosa succede?
E’ il caso dell’assegno unico universale, inaugurato quest’anno con le prime erogazioni di marzo. E’ stato subito fissato una rivalutazione degli assegni in base all’inflazione media dell’anno 2022. L’aumento partirà da gennaio 2023. Si tratta di piccoli importi che andranno a ritoccare al rialzo gli assegni per ogni figlio a carico.
Leggi anche: Bancomat, perché non devi mai prelevare in questo giorno della settimana
Per dare un riferimento economico, gli assegni massimi per ogni figlio a carico, previsti equivalenti alla somma di 175 euro a figlio, arriveranno a 190 euro con un aumento previsto di circa 15 euro per figlio. Nessun anticipo, quindi per i percettori dell’assegno unico universale per i figli a carico.
Non ci sarà alcun provvedimento in tal senso, almeno per ora, così come previsto invece per i pensionati. Infatti, nel decreto Aiuti bis è stato previsto l’anticipo della rivalutazione delle pensioni, prevista a gennaio di ogni anno in caso di inflazione, già al 2022. L’anticipo, però, sarà soltanto parziale e si attesterà al 2%. La restante parte sarà erogata da gennaio.