Nella campagna elettorale di agosto, non molte sono le proposte di riforma fiscale ma una su tutte si ripresenta puntuale al voto. Eccola
Si sta vivendo una strana estate. Mentre gli italiano si stanno apprestando a festeggiare il Ferragosto possibilmente “fuori porta”, si trova al lavoro un governo uscente; una campagna elettorale entrerà nel vivo appena tutte le alleanze politiche sono sancite; e ultimo ma non ultimo, siamo nell’occhio del ciclone di una crisi internazionale a tratti senza precedenti, con i bombardamenti sul suolo europeo e il rischio reale di chiusura delle valvole del gas.
Osservando più da vicino i fatti di casa nostra, da quando il Presidente della Repubblica, insieme all’attuale Primo Ministro, ha dichiarato “dimissionaria” la compagine di governo, abbiamo assistito ad una singolare accelerazione della sua attività, in particolare concentratasi sul varo del Decreto aiuti-bis e sulle riforme di alcuni punti della pubblica amministrazione. Di norma, un governo uscente è tenuto ad occuparsi delle questioni di ordinaria amministrazione. Ogni appuntamento con le riforme è rimandato alle decisioni del prossimo esecutivo.
Non mancherà molto, almeno non molto tempo dopo il voto del 25 settembre 2022, in cui le priorità a carico del nuovo capo del governo saranno molte e richiederanno, per l’occasione, una certa urgenza: a partire dalla riforma pensionistica, probabilmente rimandata tramite proroghe o manovre correttive, la quale tuttavia non riuscirà a vedere la luce nell’immediato in mancanza di tempo per un serio dibattito parlamentare. La scadenza di fine anno della provvisoria Quota 102 incombe e, senza una decisione, scatterà automaticamente il ripristino della controversa Legge Fornero dal 1° gennaio 2023.
Per i prossimi neopensionati, non ci sono dunque certezze sul sistema pensionistico che li accoglierà definitivamente tra i creditori delle casse INPS. Certo, lo stesso Istituto deve vederla con l’impatto delle rivalutazioni anticipate ad ottobre di pensioni e stipendi, irrinviabili per via della galoppanti indici d’inflazione. A queste si devono aggiungere le scelte di sopravvivenza dell’Assegno Unico e il rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza.
Leggi anche: Prestiti, aumentano di mese in mese: boom richieste di famiglie
Sul fronte pensionistico, ogni coalizione di partito sostiene una sua proposta che verrà affinata nelle prossime settimane. Molte meno idee circolano per rimpinguare le casse dello Stato. C’è da prendere atto che, campagna elettorale che vai, la flat tax di Silvio Berlusconi attraversare indenne ogni stagione politica. Anche in questa occasione, mentre il leader del PdL si candida per la Presidenza al Senato, rilancia la sua famigerata misura “secca” sulle tasse: 23%, su tutti i cittadini e le imprese.
Leggi anche: Bonus 1000 euro lavoratori fragili: a chi spettano e quando scade la domanda
Elusione ed evasioni diverrebbero poco conveniente e lo Stato vedrebbe crescere le sue entrate perché comincerebbe a emergere il PIL sommerso. Il tutto si traduce in uno stimolo per l’economia nazionale che genererebbe investimenti e consumi, oltre ad occupazione ed entrate pubbliche. Alla flat tax si accompagna l’altrettanto cavallo di battaglia: un profondo taglio del cunuo fiscale, in particolare dell’abrogazione dell’IRAP (liberando così le aziende) e delle imposte sui risparmi.