Aumento pensioni INPS previsto dal secondo Decreto aiuti dopo l’estate: chi non lo avrà e come verrà calcolato
Secondo Decreto Aiuti bis approvato il 4 agosto ci sarà un aumento delle pensioni erogate dall’Inps. La legge infatti è stata proprio varata per contrastare l’aumento del costo della vita.
Nel caso delle pensioni ci sarà la che era inizialmente prevista a gennaio 2023, ma sarà anticipata dal 1 ottobre. Sul cedolino della pensione ci sarà un aumento di 2 punti percentuali.
Si tratta dunque della perequazione l’aumento in base all’inflazione che viene applicata tutti gli anni il 1 gennaio. Non è dunque una misura nuova o accezionale per la situazione, lo è per l’anticipo dei tre mesi.
Per il 2022 la percentuale di variazione applicata per il calcolo della perequazione è all’1,7%. Si tratta di un tasso comunque provvisoorio perché poi il definitivo è stato calcolato all’1,9%.
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L’articolo 21 del Decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 (il cosiddetto Decreto Aiuti bis) regola la perequazione. Dice che l’incremento “non rileva, per l’anno 2022, ai fini del superamento dei limiti reddituali previsti nel medesimo anno per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito”.
La rivalutazione delle pensioni si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica. Che si tratti di lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive.
Non si applica solo alle pensioni dirette ma anche a quelle ai superstiti, dunque la pensione di reversibilità indiretta, indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
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L’aumento non si applica allo stesso modo per tutte le pensioni, dipenderà infatti dal reddito ma dipenderà dalle fasce di reddito.
È al 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (che è pari a 523,83 euro). Al 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo. Al 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
C’è anche l’aumento del 2% se il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo di 2.692 euro.
Proviamo a fare un esempio pratico con una pensione di 1.000 euro al mese, sul cedolino ci saranno 22 euro in più per un totale di 66 euro tra ottobre e dicembre. Maggiore sarà l’aumento per un’indennità di 2.000 euro al mese con 44 euro e 132 in totale.