Dall’autunno cambiano sostanziosamente gli importi dei cedolini alle prese con gli effetti dell’inflazione. Ecco cosa succederà
Sarà l’onda della crisi di governo, l’annuncio delle votazioni di settembre, sta di fatto che il mese di agosto si è aperto senza tregue con significative novità economiche. Nei giorni della consegna degli assegni mensili, il calendario è nel frattempo a pieno regime per soddisfare il consueto appuntamento con le pensioni INPS nei confronti dei percettori che si recano presso gli uffici postali.
Di altrettanta puntualità godono i pensionati che hanno scelto la comodità dell’accredito diretto sul conto corrente personale, evitando qualsivoglia coda allo sportello. In ogni caso, il mese scorso ha dato inizio all’elargizione della novità tanto attesa e discussa, il Bonus 200 euro, cui si è contestualmente affiancata una misura più ordinaria ma comunque aggiuntiva: la quattordicesima INPS.
Quella del Bonus 200 euro è la misura inclusa sin dal primo Decreto aiuti, erogata direttamente dall’Ente previdenziale per sostenere l’incremento delle spese personali provocate dal caro bollette e dal rialzo dell’inflazione. Nell’attesa che l’autunno – su cui contano le previsioni del governo – inauguri la discesa dell’attuale tasso d’inflazione, il sussidio sta altresì raggiungendo i lavoratori dipendenti e i percettori del Reddito di Cittadinanza.
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Sono i redditi annui inferiori a 35.000 euro a beneficiare di questa una tantum, la quale, per i pensionati dai 64 anni di età e in possesso di un reddito fino a due volte il trattamento minimo annuo (13.633,10 euro), accompagna il contributo aggiuntivo della quattordicesima INPS. Dal prossimo mese di ottobre, verranno però attuati i cambiamenti più interessanti.
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Mentre l’INPS pensa di esaurire per ottobre tutti i pagamenti del Bonus 200 euro, l’odierna inflazione stimolerà la rivalutazione delle pensioni secondo il sistema della perequazione. Un appuntamento, questo, anticipato per mitigare l’effetto degli incrementi degli importi pensionistici sulle casse dell’INPS che soltanto nel primo trimestre 2023 sfioreranno un +8%. Dall’autunno prossimo, la percentuale dell’aumento equivarrà al 2% ma sono ancora in fase di discussione la possibilità di convogliare maggiori risorse tra gli assegni più bassi e la modalità di attutire l’impatto sull’Istituto.