La crisi di governo accelera il rientro dei vecchi crediti del Fisco congelati con la campagna di Rottamazione. Cosa sta succedendo
La cosiddetta “ripartenza” seguita allo stop delle attività a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, non ha riguardato la ripresa economica e produttiva delle realtà che tengono in piedi il Paese e gli incentivi per dare una nuova scintilla ai consumi; essa ha necessariamente rimesso mano alla questione del recupero delle tasse e delle imposte, le cui scadenze sono state prorogate in considerazione della drammatica circostanza.
Il processo di recupero delle somme indispensabili alla vita dello Stato si è tradotto, come sappiamo, in un percorso di mitigazione delle uscite dei cittadini verso il Fisco, chiamato Rottamazione-ter, al fine di dilazionare i vecchi pagamenti inevasi segnalati dai recapiti delle cartelle esattoriali. I crediti che lo Stato vanta dal 2019, “congelati” con la proroga dei pagamenti, si trovano ora ad un improvviso cambio di marcia.
Tasse, niente rottamazione: ecco la scadenza per pagare le rate
Fino ad oggi, la Rottamazione Ter ha consentito agli italiani alle prese con imposte inevase, nonché precedenti sanzioni non assolte, di interrompere l’orologio delle scadenze e di farlo ripartire dal 2022, con un calendario stabilito di scaglioni delle cartelle esattoriali da rottamare. Il piano include significativi sconti e soprattutto la rateizzazione delle somme dovute.
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Ma la cronaca incombe e l’odierna crisi di governo che metterà fine alla compagine governativa del premier Draghi in meno di cinquanta giorni, esaurirà le speranze sulla realizzazione di una Rottamazione-quater in fase progettuale. Termina dunque la “Pace Fiscale”, quel concentrato di cancellazioni sugli oneri accessori (more, sanzioni e interessi) fino allo stralcio, in talune casistiche, dell’intero debito.
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I 300mila contribuenti aventi a carico i debiti precedenti al 2017 e quelli del biennio 2018-2019 sono chiamati ora ad un pagamento d’urgenza, dal momento che le rate in scadenza entro il 2021 devono essere corrisposte all’Agenzia delle Entrate entro il giorno 8 agosto 2022, pur conservando tutte le agevolazioni previste. Un modo, questo, per evitare nuove sanatorie che possano generare un conflitto con la Consulta e con lo stesso valore costituzione del dovere tributario.