Nuove indicazioni hanno aggiornato le linee di credito dell’Ente di Previdenza e saranno valide fino alla fine dell’anno. Vediamo le novità
Come è noto, gli italiani sono tra i primi posti nel mondo in qualità di risparmiatori e i della classe in Europa. Un risparmio, questo, che ha dovuto attraversare le forche caudine di quelle stesse crisi economiche che in successione hanno colpito e stanno tuttora colpendo il mercato e la popolazione mondiale. Lo sgretolamento della sicurezza economica si è avverato con la progressiva erosione delle entrate e ad oggi – per concludere – la politica di risparmio si contrappone ad un maggior flusso di richieste di finanziamenti.
Sappiamo quanto le banche finiscono per rivestire un ruolo sociale fondamentale che spesso viene contrattato nel momento di maggior crisi finanziaria degli istituti di credito, i quali non esitano a gridare la richiesta di aiuti statali. Se i cittadini in qualità di lavoratori del settore privato sono i clienti di riferimento di queste ultime, i dipendenti pubblici possono richiedere prestiti agevolati direttamente all’INPS.
Prestiti INPS 2022, tassi di interesse e durate della restituzione del credito
In tale contesto, sono state rese da poco noto le novità che coinvolgono le linee di credito in riferimento all’anno 2022. Ai prestiti dell’Ente previdenziale (i cosiddetti prestiti ex INPDAP) possono accedere gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, il fondo riservato ai dipendenti pubblici in servizio e in pensione, il quale si alimenta con una trattenuta applicata sul trattamento economico percepito.
Gli altri soggetti ai quali è riservato il servizio di finanziamento riguardano gli appartenenti al personale di Poste italiane iscritto alla Gestione fondo credito ex Ipost. Tale accesso al credito è costituito da due ingressi, i finanziamenti diretti e i finanziamenti indiretti. I primi sono erogati direttamente dall’INPS; i secondi da banche e finanziarie in convenzione.
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I finanziamenti diretti, inoltre, sono costituiti da: Piccolo prestito INPDAP e Prestito pluriennale diretto. Il primo ha un tasso del 4,25% e la durata del piano di rimborso è di 12-48 mesi, per restituzione di un credito pari fino a otto mensilità del dipendente. Nel caso della pensione, la trattenuta non può oltrepassare il quinto del valore del trattamento pensionistico netto.
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Diversamente, il tasso di interesse del Prestito pluriennale diretto è pari al 3,50%, con una durata variabile da 60 a 120 mesi; la rata, come per il Piccolo Prestito INPDAP, viene trattenuta dal secondo mese successivo a quello di erogazione (sempre al di sotto del quinto). Infine, l’alternativa è data dal prestito a tasso fisso della “cessione del quinto”, recuperato trattenendo un quinto dello stipendio mensile netto o della pensione.