Elezioni anticipate: quanti parlamentari rischiano la pensione

Ecco come la legislatura regola i criteri pensionistici del parlamentare (crisi permettendo). Quali rischi oggi corrono tra gli scranni

Elezioni anticipate: quanti parlamentari rischiano la pensione
Parlamento Italiano (Foto Adobe)

La crisi di governo ha arroventato ancor di più un’estate già ampiamente bollente. L’Italia si sta apprestando ad una campagna elettorale non soltanto senza esclusioni di colpi, ma al cardiopalma. Sì, perché la Presidenza della Repubblica ha fissato il giorno delle elezioni politiche al 25 settembre 2022. Neanche cinquanta giorni ci dividono da una nuova maggioranza che presiederà le due Camere del Parlamento.

Molte decisioni (le ultime per Mario Draghi), ma purtroppo non tutte quelle che occorrerebbero, dovranno essere prese in fretta prima che si apra una stagione imprevedibile, anzi un autunno che la crisi istituzionale degli ultimi anni potrebbe trasformare in una stasi, se non addirittura in un vuoto politico. Il rischio è dietro l’angolo e l’invito è alle forze politiche al tempo della responsabilità.

Elezioni anticipate, i deputati perderanno la pensione di fine mandato?

Elezioni anticipate: quanti parlamentari rischiano la pensione
Palazzo Montecitorio (Foto Adobe)

Certo, sembra piuttosto inadeguato aprire il capitolo “pensioni” rispetto al fiammifero dell’attuale Legislatura che si sta via via spegnendo. Soltanto un mese fa, sono iniziate le erogazioni del Bonus 200 euro nei confronti dei pensionati in possesso di un reddito annuo inferiore a 35.000 euro, a sostegno delle spese aggiuntive generate dal rincaro delle bollette e dall’impennata inflazionistica.

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Il sussidio, nella tornata pensionistica di luglio, ha accompagnato la quattordicesima INPS dei percettori del trattamento pensionistico che, a partire dai 64 anni, non superano il reddito di 13.633,10 euro all’anno, cioè il massimo di due volte il trattamento minimo (per l’anno 2022). Il criterio che regola la pensione di un parlamentare è soltanto uno: la legislatura.

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Per maturare la propria quota, gli onorevoli di Palazzo Montecitorio devono attendere quattro anni, sei mesi e un giorno dalla loro elezione. Durante questa durata, essi versano, insieme ai senatori, circa 50.000 euro di contributi, i quali cadrebbero nel vuoto casomai sopraggiunga il voto anticipato; idem per i vitalizi. Ad oggi si registra, tra i deputati, un alto numeri di neoeletti (427 deputate e deputati alla Camera, così come 234 senatori e senatrici) che se non fossero rieletti, perderebbero il diritto alla pensione parlamentare e i contributi versati di fine mandato. Dobbiamo svelare dunque l’arcano: questo rischio non c’è, in quanto la fine della XVIII legislatura cade il 25 settembre 2022, il giorno delle votazioni; essa compirà infatti quattro anni, sei mesi e un giorno.

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