Pos obbligatorio, nessuno può rifiutare di accettare i pagamenti elettronici e il alcuni casi la sanzione è ancora più salata
I diversi governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni hanno intensificato la lotta all’evasione fiscale. L’hanno fatto cercando di dare dei benefici a chi paga con la carta, tra il cashback o la Lotteria degli scontrini.
La legge che prevede l’obbligo per i venditori di beni e servizi di accettare i pagamenti con il Pos è stata anticipata di sei mesi. Era infatti prevista per il 1 gennaio 2023 ed è invece entrata in vigore il 30 giugno scorso.
Dal 1 gennaio però comunque qualcosa cambierà. Oggi la soglia dei pagamenti in contanti oggi è di 2mila euro (1.999,99 per la precisione), dal nuovo anno sarà di 999,99 euro.
Per quanto riguardo l’obbligo di accettare pagamenti Pos se il cliente lo desidera, è ststa fatta un po’ di confusione forse ache volutamente. Chi è contro il provvedimento ha fatto credere che così si è abolito il contante, cosa assolutamente non vera.
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Tutti possono pagare con la carta moneta (altrimenti non avrebbe senso poter prelevare dal proprio conto), purché in cambio venga dato lo scontrino o la fattura e non si superi il suddetto limite dei 2mila euro.
Il cliente non deve ottenere un rifiuto davanti alla richiesta di pagare con la carta. L’obbligo del Pos nell’attività è previsto dal 2014 ma la legge è stata facilmente aggirata perché se il dispositivo non era presente, non era previsto nessuna sanzione.
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Ci sono già stati episodi di commercianti multati. Il D.L. n. 36/22 prevede la sanzione di 30 euro più il 4% della cifra che il cliente avrebbe voluto pagare in modo tracciabile.
C’è anche chi però vuole fare il furbetto e cambiare il prezzo del prodotto se si paga con la carta. Il motivo è la commissione per il servizio ma in alcuni casi non è prevista.
Molti consumatori si sono chiesti se questo modo di fare è lecito. Ovviamente è una condotta illegale e sono previste delle multe come prevede l’articolo 62 del Codice del Consumo.
Sul tema è intervenuta l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ha previsato che i venditori, non possono imporre ai propri clienti le spese per l’utilizzo dei vari strumenti di pagamento elettoronico. Nel caso una condotta del genere dovesse emergere, è previstala multa di 2mila euro.