Se l’Antitrust darà l’ok a novembre sugli aumenti dei costi di prelievo, le banche potrebbero considerare anche questa opzione. Vediamo quale
Il bancomat è un servizio ben presente e radicato nelle nostre vite, tanto che diamo per scontato la sua presenza e non ci facciamo domande sulla possibilità di rinunciarvi. Tutti ne fanno uso; persino in tempi di crisi e di sostegni economici, lo sportello automatico è abilitato per accogliere – ad esempio – la carta ricaricabile deputata al Reddito di Cittadinanza e prelevare la somma che occorre per una spesa necessaria.
Oggi come non mai questo servizio ricopre un ruolo fondamentale all’interno dei nostri rapporti economici quotidiani. Senza di esso, anche la sola giacenza di un conto corrente non avrebbe la medesima movimentazione odierna e, in conclusione, avremmo non poche difficoltà per reperire contanti o pagare cifre molto alte in cash. Pertanto, abbiamo da qualche decennio questa possibilità di avere un secondo portafoglio con noi e non nascondiamo di non poterne fare a meno.
Novità sui pagamenti elettronici, le banche potrebbero rinunciare al bancomat
Grazie all’apposita carta magnetica associata al conto corrente, possiamo effettuare frequenti prelievi presso gli sportelli ATM del nostro istituto bancario, di modiche entità, evitandoci di tenere molto denaro in casa, con tutti i rischi che ciò comporta sotto il profilo della sicurezza e della nostra tranquillità. Attualmente, anche questa quotidiana necessità viene gradualmente scemando per l’ascesa dei pagamenti elettronici.
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Non c’è dubbio, l’uso della carta bancomat ha preso in prestito i tratti dell’utilizzo delle carte di credito: in una “fase” di shopping particolarmente intenso, non è affatto raro rinunciare alla consueta visita allo sportello di una qualsiasi filiale di un istituto di credito e passare direttamente la banda magnetica sul dispositivo POS di un esercizio commerciale. Ma il denaro contante trascina ancora una gran massa di estimatori e le file al bancomat sotto le festività sono lì a dimostrarlo.
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Certo, le banche, in questi ultimi tempi, hanno mostrato una certa insofferenza verso il mantenimento dell’arcinoto servizio fuori dagli uffici: la stessa società (Bancomat Spa) che dà in comodato agli istituti gli apparecchi vuole abbattere il tetto delle commissioni per ogni prelievo, pari a 0,49 euro, e le banche vorrebbero anche loro una revisione dei costi. Alcuni istituti stanno addirittura rinunciando agli sportelli esterni, prediligendo i servizi digitali; il tutto anche queste strutture debbono corrispondere un “affitto” sui bancomat. Si attende ora il prossimo mese di novembre, quando l’Antitrust si pronuncerà sull’avallo degli aumenti; se verranno confermati, per i clienti, prelevare si farà decisamente più salato.