Il Governo in carica non ha più la fiducia delle Camere è ciò comporterà il ritorno alle urne il 25 settembre
L’Italia si appresta ad affrontare una rapida campagna elettorale tra spiagge e ombrelloni in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Infatti, il Governo Draghi non ha più la fiducia delle Camere e questo comporta, secondo il dettato della Costituzione italiana, il ritorno alle urne quando non emerge la possibilità tra le forze politiche presenti in Parlamento di costituire un governo solido.
In questa fase il governo uscente dovrebbe avere soltanto compiti di natura corrente. Tuttavia, dato lo scenario ancora difficile sotto il profilo internazionale, con la guerra alla quale l’Italia partecipa indirettamente, e interno con l’inflazione che corre e una pandemia non del tutto sconfitta, sono stati concessi al governo ulteriori poteri.
Infatti, oltre agli affari correnti l’esecutivo uscente può intervenire con decreti di necessità e urgenza giustificati dallo scenario interno ed esterno. Le elezioni hanno, tuttavia, un costo inevitabile per le casse statali. Secondo i riferimenti delle recenti elezioni, i costi stimati per ogni ministero coinvolto sono stati i seguenti: Ministero dell’Interno – 315 milioni; Ministero dell’Economia – 38 milioni; Il Ministero degli Esteri – 33 milioni; Ministero Giustizia – 14 milioni.
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A questi costi ministeriali vanno aggiunti poi i costi legati al territorio, ossia: Seggi elettorali: 223 milioni; Facilitazioni di viaggio: 9,8 milioni; Informatica e telecomunicazione: 2,1 milioni; Personale e logistica: 1,9 milioni. Il totale delle spese territoriale ammonta a 236 milioni. In totale, quindi, le elezioni costano circa 600 milioni.
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Una cifra importante che arriva in un momento difficile per l’economia del Paese alle prese con le misure per sostenere le spese derivanti dall’aumento dei prezzi di merce e bollette. Nel contesto, inoltre, bisogna inserire la necessità da parte della Bce di aumentare i tassi di interesse per frenare, nel lungo periodo, l’aumento generalizzato dei prezzi. Infatti, il costo del danaro è alito di 0,50 ed è previsto un ulteriore aumento a settembre.