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Risparmio

Fondo pensione: cos’è e quando conviene davvero

Una diffusa pratica è quella di integrare la futura pensione alimentando un fondo previdenziale durante gli anni di lavoro. Quali i vantaggi

Fondo di previdenza complementare (Foto Adobe)

Pochissimi giorni dividono l’affollato popolo delle pensioni dal calendario che inaugurerà in agosto la consegna dei ratei pensionistici di competenza. Coloro che diversamente hanno scelto di ricevere la somma direttamente con accredito sul conto corrente, non troveranno scogli di sorta né per ciò che riguarda il giorno del ritiro né per la coda presso gli uffici postali.

Dal punto di osservazione di un lavoratore la pensione è un approdo posto su un orizzonte piuttosto lontano che ci si augura prima o poi di raggiungere. Si tratta, dopo molti anni impiegati in un impegnativo tour de force di mansioni, di vivere l’ultima parte della propria vita in tranquillità e pace, godendosi l’anzianità liberi da quelle attività che con l’avanzare dell’età diventano sempre più pesanti.

Fondo pensione, quali vantaggi economici si possono cogliere

Fondo di previdenza complementare (Foto Adobe)

Sappiamo che tra una riforma pensionistica e l’altra, un sistema pensionistico e l’altro, non è facile perseguire un obiettivo che, in fondo, è un diritto. Raggiunti i 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, considerando la profonda mobilità del lavoro, la meta potrebbe riservare una sgradita sorpresa, come quella di un importo mensile eccessivamente basso rispetta al costo della vita (una prefigurazione, purtroppo, niente affatto inverosimile).

Allora, forse, è opportuno, sin dalla carriera lavorativa, riflettere sull’opzione di attivare un fondo di previdenza complementare, che vada a dare dunque una stabilità di vita, oltre ai contributi INPS. Un’opportunità favorevole soprattutto se si inizia a risparmiare da giovani, secondo un’ottica di lungo periodo, in modo da coglier gli interessanti rendimenti al termine della vita occupazionale.

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Aperto un Fondo Pensione integrativa, vi è la possibilità di dedurre gli importi versati (fino ad un massimo di 5.164,57 euro annui) nella propria dichiarazione dei redditi. Certo, bisogna sempre tener presente l’importo della contribuzione sul quale fare affidamento e l’obiettivo di rendita da raggiungere. Alla linea di investimento (azionario, obbligazionario, equilibrato, dinamico, etc.), occorre scegliere il quantum, ovvero quale importo del TFR da destinare al Fondo.

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Chi investe su titoli azionari porta con sé un rischio in più: quello dei mercati internazionali e la loro instabilità. Ma non c’è dubbio: il reale vantaggio si trova nel regime fiscale. Con la suddetta finalità, il versamento dei contributi consente una deducibilità massima di 5.164,57 euro annui; iniziando da giovani, si può beneficiare di un bonus aggiuntivo di 2.582,29 euro annui.

Pubblicato da
Roberto Alciati