Pensioni INPS 2023: cosa accadrà senza riforma

Si continua a pensare di riforma della pensioni in Italia: ma cosa accadrà se non ci sarà proprio nessun riforma

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Quando si parla di pensioni in Italia si tocca sempre un argomento molto caldo. Da gennaio ad oggi sono oltre 3 milioni le persone che sono uscite dal mondo del lavoro e ricevono mensilmente l’assegno pensionistico. Entro la fine del 2022, poi, il governo avrebbe dovuto varare una nuova riforma pensioni ma, di fatto, in Italia adesso non c’è alcun governo.

Le dimissioni del premier Draghi hanno infatti portato allo scioglimento delle camere e gli italiani andranno a votare il prossimo 25 settembre. Il nuovo governo dovrà poi pensare e mettere in atto una nuova Riforma Pensioni che possa dare una alternativa alla Legge Fornero.

Pensioni, gli scenari senza una riforma entro la fine dell’anno

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La guerra in Ucraina aveva già bloccato la riforma sulle pensioni dal momento che l’esecutivo si era trovato a fronteggiare una emergenza del tutto inaspettata. Con la caduta del governo Draghi le cose si sono ulteriormente complicate e, se il nuovo governo non troverà la giusta soluzione, ritornerà proprio la Legge Fornero o Quota 102.

Legge Fornero, lo ricordiamo, prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni con almeno 20 anni di contributi e con un assegno di pensione che sia di almeno 1,5 volte l’assegno sociale di 702 euro. Nel caso in cui il nuovo il nuovo esecutivo non riuscisse a trovare in tempo una riforma, potrebbe essere prorogato anche Quota 102.

Quota 102 era stata introdotta dopo il “pensionamento” di Quota 100 il 31 dicembre 2021. Quota 102 prevede l’uscita dal lavoro a 64 anni con almeno 38 di contributi versati. Non riuscire a prorogare nemmeno Quota 102 significa che resterà in vigore soltanto la legge generale, e quindi la legge Fornero.

Ed è proprio il ritorno della legge Fornero ad essere temuto in maniera particolare dal momento che, nello specifico, prevede l’uscita a 67 anni con 42 e dieci mesi di contributi versati per gli uomini e 41 e dieci mesi per le donne. Per scongiurare il suo ritorno anche il presidente dell’Inps Tridico aveva proposto la pensione a 63 anni con almeno 20 anni di contributi versati calcolando però la pensione esclusivamente con il metodo contributivo.

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