Mutuo: tanti sperano di ottenerelo ma è anche una spesa perenne da portare avanti per decenni. Chi può averlo facilmente
La maggior parte degli italiani vive nella casa di sua proprietà. Anche chi non ha un reddito alto, avendo l’appartamento sa di possedere una “potenza economica” non indifferente visti i tempi. Molti, appena ottenuto il famoso posto di lavoro, per prima cosa accendono un mutuo.
LEGGI ANCHE: Mutuo Intesa Sanpaolo: in questo caso la banca copre fino al 95%
L’obiettivo è avere sempre un tetto sulla testa, soprattutto in vista della vecchiaia, e darlo anche ai figli. Chiedono il mutuo anche le persone che una casa già ce l’hanno ma vogliono fare un investimento. Il mattone è sempre una sicurezza.
LEGGI ANCHE: Novità Superbonus: scatta la proroga in questi due casi
Ma con il lavoro che non c’è o è precario oppure che non garantisce guadagni sufficienti, non è facile ottenere un prestito dalla banca. Sono tanti gli elementi che valutano gli istituti prima di elargirlo.
LEGGI ANCHE: Cartelle esattoriali, c’è un nuovo aiuto per i debitori: la novità
Allora come si ottiene un mutuo? Come si calcola? Quali sono i requisiti? Può essere stipulato da tutti i cittadini maggiorenni. C’è un massimo d’età, di solito fissato a 70 anni. La durata non è mai inferiore ai 10 anni e il tempo massimo, generalmente, è di 30 anni.
Prima di erogare il mutuo la banca valuta la sostenibilità della rata da concedere: si verifica se chi accede al debito può ripagarlo con gli interessi. Si valutano eventuali altre uscite per pagamenti di rate e le entrate mensili (che sia lo stipendio o il guadagno da lavoro autonomo). In pratica si verificano attentamente le condizioni economiche. Il rapporto tra rata e stipendio si chiama loan to income.
In quali di esse il mutuo sarà concesso? Generalmente se il rapporto rata mensile/entrate nette mensili non supera il 33%. Gli istituti di credito, che hanno come garanzia un’ipoteca, non concedono quasi mai mutui che abbiano un capitale superiore all’80% del valore della casa. È quello che tecnicamente si chiama LTV, loan to value, il rapporto tra il capitale erogato e valore della casa ipotecata.
È ovvio che un lavoratore dipendente con un contratto a tempo indeterminato o un professionista con un’attività avviata da molto tempo e che produce un reddito alto, per la banca hanno molte più possibilità di ripagare il mutuo.
Discorso ben diverso per chi ha un contratto a termine o a progetto o un lavoratore autonomo. Chi è titolare di Partita Iva e pratica la libera professioni, sa bene che i guadagni possono variare molto.
Se parliamo di professioni che garantiscono alti redditi, la banca vede la situazione con altri occhi. Se invece è il caso di un giovane che tra mille peripezie riesce a pagare le spese della casa, le possibilità di riducono al lumicino e si richiede la fideiussione di un garante.
Per i lavoratori precari, ad esempio, esiste il Fondo di garanzia prima casa gestito da Consap. È la Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, una società per azioni controlatta totalmente dal Ministero dell’Economica che concede una garanzia statale in alternativa al garante.
Anche chi ha un contratto a tempo indeterminato, soprattutto con un’azienda privata, si pone sempre il problema della perdita del lavoro. In tal caso esiste il Fondo di solidarietà per l’abitazione principale. Accedendo ad esso è possile sospendere il mutuo per un massimo di 18 rate in caso di difficoltà economica.