È tempo di recuperare il giardino (il proprio o condominiale) risparmiando, purché vi sia un progetto di sostenibilità. Vediamo in dettaglio
Dopo più di due anni di pandemia da Coronavirus, si è assistito – come oggi possiamo concludere – ad una ripresa difforme. Si è individuata innanzitutto la necessità di dare avvio ad una ripartenza strategica, coinvolgendo i settori produttivi ad alta capacità di profitti immediati; per dare la scintilla a questo processo, i governi susseguitesi, nel frattempo, hanno stilato una vera e propria mappa di incentivi alla spesa verso i privati.
È stato il settore edile ad essere promosso come categoria trainante per far riavviare l’economia e in particolare i consumi ad ampia scala. Ma se la realtà delle imprese edili è stata tradizionalmente il motore di un certo sviluppo economico, dall’altro ha inciso una differenza senza precedenti: gli incentivi sono stati accompagnati dagli obiettivi di sostenibilità ambientale degli edifici, in chiave di risparmio energetico e di adeguamento degli impianti.
Il piano di revisione degli standard energetici delle nostre case è stato supportato, come sappiamo, dal noto Superbonus 110% consentendo ai condomini di interi stabili di ristrutturare le loro abitazioni, nonché gli spazi condominiali, agevolati dalla totale copertura delle spese a carico dello Stato. Tale bonus si è estrinsecato nelle modalità di detrazione in dichiarazione dei redditi, sconto in fattura e cessazione del credito.
All’ammodernamento degli edifici, la riduzione dell’impatto ambientale, l’acquisto di mobili ed elettrodomestici o all’abbattimento di barriere architettoniche, si sono aggiunti altri analoghi obiettivi supportati da altrettante agevolazioni economiche al fine allargare lo spettro dell’acceleratore economico. Non fa eccezione il cosiddetto Bonus verde, dedicato agli spazi verdi condominiali o pertinenti alle singole abitazioni.
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Il provvedimento, in piedi dal 2019 con la legge di bilancio e prorogato fino al 2024, prevede una detrazione IRPEF pari al 36% applicata sulle spese attinenti la composizione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; e l’adibizione di coperture a verde e di giardini pensili.
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Su una spesa di 5.000 euro per singolo immobile a scopo abitativo, la detrazione massima è pari a 1.800 euro (equivalente al 36%), rateizzata in 10 quote annuali. Essa comprende anche le spese di progettazione e manutenzione eslusivamente se le attività sono svolte nel contesto degli interventi. Validi ai fini della richiesta di detraibilità, soltanto i pagamenti tracciati da bonifico.Il totale delle spese sostenute dovranno essere riepilogate in un’autocertificazione da produrre per l’Agenzia delle Entrate. Al contempo, la ditta coinvolta deve certificare gli interventi effettuati. Fuori dal bonus sono invece quelle attività di manutenzione periodica dei giardini preesistenti (sconnessi ad interventi di innovazione) e i lavori in economia.