L’assegno unico universale è il nuovo strumento di sostegno alle famiglie con i figli a carico in vigore dal 2022
L’assegno unico universale è uno strumento che permette alle famiglie con i figli a carico di ricevere un sostegno. Si tratta di una misura che sostituisce l’assegno familiare in caso di figli a carico mentre resta in vigore per le famiglia senza figli a carico, come nel caso del coniuge in assenza di figli.
Lo strumento nasce per semplificare le procedure sostituendo tutte le detrazioni e le misure in vigore per i figli a carico. Inoltre c’è la possibilità di allargare la platea. Infatti, l’assegno unico è destinato anche ai genitori lavoratori autonomi. Infine, le somme di danaro erogate sono favorevoli alle famiglie con più di due figli a carico.
Assegno unico, come inoltrare la domanda
Il riferimento per stabilire la somma da erogare per ogni figlio a carico fino a 21 anni di età è l’Isee. Le famiglie che già ricevono il reddito di cittadinanza incassano soltanto un’integrazione rispetto all’assegno unico ordinario. Per quanto riguarda le modalità di richiesta, l’assegno unico elimina la mediazione del datore di lavoro come accade per l’assegno familiare.
E’ l’interessato a dover inoltrare la domanda dal portale dell’Inps, ente erogatore. E’ consigliabile sempre farsi aiutare da un caf o un professionista per evitare errori che poi bloccano i pagamenti. I percettori del reddito di cittadinanza a differenza degli altri richiedenti devono inoltrare un apposito modulo predisposto denominato “Rdc – Com/AU”.
I primi pagamenti sono iniziati a marzo del 2022 per coloro che hanno inoltrato le richieste entro il 28 febbraio. Tutti coloro che hanno inoltrato la richiesta di assegno unico entro il 30 giugno 2022 hanno diritto anche a tutti gli arretrati relativi ai mesi precedenti alla data dell’invio della domanda.
Coloro che hanno superato questa data perderanno gli arretrati e in caso di richiesta potranno ricevere l’assegno relativo al mese in cui è stata inoltrata la domanda. L’assegno unico spetta già dal settimo mese di gravidanza. In tal modo si va ad equilibrare in parte l’addio al bonus bebè.