Le elezioni politiche di settembre saranno le prime che costituiranno un parlamento numericamente più leggero per effetto del taglio
Il 25 settembre sarà una data importante per gli italiani. Si torna alle urne per decidere quale sarà il nuovo parlamento e quale maggioranza avere al prossimo governo del Paese. Infatti, l’attuale legislatura si è interrotta prematuramente a causa della mancata fiducia del parlamento nei confronti del governo Draghi.
Il sistema italiano prevede una Repubblica Parlamentare. I poteri esecutivi del governo dipendono dalla fiducia che ottiene dal parlamento. Fiducia che deve essere solida per permettere al governo di guidare l’azione politica del Paese e al parlamento di legiferare. Le prossime elezioni saranno le prime della storia della repubblica ad un numero ridotto di parlamentari.
Infatti, l’attuale parlamento su proposta del M5s ha approvato la riforma costituzionale che prevede la riduzione dei parlamentari da 945 a 600 membri così suddivisi: I deputati passano da 630 a 400, i senatori da 315 a 200, escludendo i senatori a vita. Per quanto riguarda il risparmio ottenibile, per la Camera dei deputati, si avrà un taglio dei costi annuo di 52,9 milioni di euro che corrisponde a 230 deputati in meno.
Per quanto riguarda il Senato, invece, il taglio comporta un risparmio di 28,7 milioni di euro ogni anno che corrisponde ai costi relativi a 115 senatori in meno. Tra Camera dei deputati e Senato della Repubblica il risparmio totale annuo certo equivale a 81,6 milioni di euro. A questo risparmio certo, tuttavia, va aggiunto un ulteriore risparmio non quantificabile in maniera precisa e dettagliata legato a quanto risparmierebbero le Camere con 345 persone in meno. Infatti in parlamento sono presenti diversi servizi per i parlamentari.
Il tutto comporterà una vera difficoltà per i partiti politici a preparare le liste dei candidati in questa fase. Infatti ogni partito sarà costretto a tagliare il suo numero di potenziali eletti a prescindere dal numero di voti che potrà ottenere dalla competizione elettorale. Un lavoro faticoso che potrebbe comportare diversi mal di pancia in tutti i partiti politici in corsa per la nuova legislatura.